CronacaPolitica

Audizione alla Camera su “Svuota Province”. Portaluri: “Si punta sulla riforma costituzionale degli assetti territoriali”

LECCE- Lo “Svuota Province” non passa l’esame di 44 costituzionalisti, che con una lettera-appello lo giudicano macchinoso e poco chiaro, in quanto la riorganizzazione non garantirebbe la giusta rappresentatività a tutti gli enti e non spiegherebbe bene quale sarebbe il destino di tante funzioni come quelle di area vasta. Il Ddl Del Rio svuota le funzioni di questi enti intermedi per assegnarle a Regioni, città metropolitane , unioni dei comuni e quel che resterà delle province, con la possibilità di creare solo caos.

In Commissione Affari Costituzionali della Camera, tra i costituzionalisti intervenuti per un’audizione, c’è anche il professore Pierluigi Portaluri, che esprime perplessità sulla reale efficacia del provvedimento e chiede al Parlamento di puntare su una riforma vera degli assetti territoriali. In altre parole, secondo il professore, solo attraverso una legge costituzionale ben fatta si potranno evitare gli effetti collaterali di un intervento troppo blando, macchinoso, transitorio e non coordinato con la riforma costituzionale.

“Inoltre- spiega il professore – con lo “svuota province”, senza un ente intermedio, il Salento rischia di essere marginalizzato, rispetto a Bari città metropolitana, individuata come centro propulsivo dell’economia”. Il guaio, secondo il professore, è che bisogna evitare l’equivoco che enti nati per legiferare e programmare diventino enti di amministrazione, con le difficoltà che ne scaturiscono nella gestione di territori troppo ampi come quello pugliese.

“Meglio, dunque, decidere per regioni più piccole, come enti di amministrazione con funzioni di area vasta”- chiosa il professore, citando il progetto della Società Geografica Italiana.

Al ministero degli Affari Regionali un gruppo di costituzionalisti, tecnici, funzionari e storici, coordinati dal sottosegretario Ferrazza e dal consigliere Pagliaro, stanno studiando una riforma costituzionale incisiva che porti a Regioni più piccole ed efficienti e che eviti che alcuni territori, con l’abolizione dell’ente intermedio, vengano marginalizzati.

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