Politica

Pd, il pasticcio delle tessere fa saltare i congressi. Scoppia il caso Santoro. Possibile un ritiro

LECCE- Il pasticcio del tesseramento Pd sta scatenando polemiche e veleni. Salvatore Piconese ci è andato giù duro: ha accusato Rampino di comportamento subdolo e ha puntato il dito su alcuni big del partito vicini al suo avversario, che avrebbero l’obiettivo di far saltare il congresso provinciale.

Alfonso Rampino replica che il suo avversario è nervoso e che non giova a nessuno screditare il lavoro della Commissione di garanzia. In queste ore le commissioni sono impegnate per la verifica sulle tessere: è in corso un monitoraggio per accertare il rapporto tra numero di tessere e importi versati dagli iscritti. Da Roma e da Bari c’è l’intenzione di accelerare per evitare lo stop ai congressi locali: in alcuni casi sospetti potrebbero essere fatte verifiche telefoniche su ogni singolo iscritto.

 A Lecce sono state inviate molte più tessere perché è stata utilizzata come base di calcolo l’anagrafe del 2009 e non quella del 2011-2012, dove molti circoli risultavano con zero tessere. Da Roma, per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, sono state inviate 35 mila tessere, più una quota del 20% in più di tessere bianche.

Ieri, sono saltati i primi congressi di circolo: a Castrignano non hanno fatto in tempo ad adeguarsi ai nuovi criteri e tutto è andato in fumo tra le polemiche. Nonostante queste difficoltà i congressi si faranno: i dirigenti regionali provano a rimettere tutto a posto. La presidente della Commissione di garanzia, Loredana Legrottaglie spiega che “c’è stato un crollo fisiologico delle tessere in questi ultimi anni, ma i congressi devono svolgersi entro l’8 novembre”. “Il livello regionale si farà garante perché le tessere non manchino e soprattutto per  far sì che ci sia massima trasparenza”, assicura la dirigente del Pd.

Intanto Ludovico Vico ha provato a richiamare all’ordine i 4 candidati: toni troppo accesi stanno rischiando di trasformare il dibattito precongressuale i uno scontro fratricida. Nelle ultime ore, inoltre, è anche esploso il caso Santoro: circolano voci circa un suo possibile ritiro. Il candidato renziano aveva chiesto operazioni di voto contestuali in tutti i comuni, “per evitare che chi vota per ultimo possa mettere in atto ingerenze sul numero dei votanti”.

Ma, nonostante i candidati fossero tutti d’accordo, i garanti hanno bocciato questa proposta. La candidatura renziana e lettiana rischia di saltare anche perché Maniglio e qualcun altro gli avrebbero voltato le spalle. Insomma, c’è un clima di sospetti  e veleni che rischia di deflagrare entro novembre.

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