Cronaca

In città si spara ancora: stessa arma, nuovi colpi

LECCE-  Si spara ancora a Lecce: un’escalation di episodi che non lasciano molti dubbi sul fatto che chi colpisce non si cura affatto nè del luogo -che sia più o meno frequentato-, nè tanto meno dell’orario.

Poco dopo la mezzanotte, tre raffiche hanno avuto come obiettivo un negozio gestito da uomini cinesi ed il portone di una palazzina vicina, in viale della Libertà. 9 fori e 8 bossoli e, a terra, due bustine contenenti droga, forse cocaina, ma non è chiaro se c’entrino qualcosa con gli spari.

Così come non è chiaro a chi fossero indirizzati i colpi, che seguono una traiettoria verticale, dal basso verso l’alto, e che di sicuro sono stati esplosi da un mezzo in corsa.

Il proprietario del locale che ospita il negozio di abbigliamento è un uomo originario di Milano ma da tempo residente a Lecce. Abita proprio nella palazzina al civico 103, sul cui portone sono ben visibili i fori dei proiettili.  Ma l’uomo è incensurato ed avrebbe dichiarato di non aver subito minacce. Nessuna minaccia anche per gli affittuari cinesi che gestiscono il negozio “Good look”.  Gli agenti delle Volanti della Questura di Lecce hanno ascoltato tutti nel corso della notte.

Le indagini proseguono. Il bilancio degli ultimi giorni è di quattro episodi di colpi in città: giovedì, alle due del pomeriggio, nel quartiere S. Pio, qualcuno ha citofonato ad Alessio Bellanova -volto già noto alle cronache per essere stato in auto al fianco di Davide Vadacca quando questi, un anno fa, fu gambizzato nella stazione di servizio Esso alle porte di Lecce, e per essere stato poi arrestato per droga-. “C’è posta” -gli hanno detto- facendolo scendere nell’androne del palazzo. Poi gli hanno sparato, ferendolo alla caviglia: era un uomo con indosso un casco da motociclista.

Qualche ora più tardi, sono stati esplosi dei colpi in via Adriatica, nei pressi del parcheggio di un noto centro sportivo. La notte tra sabato e domenica è stato preso di mira il bar Bellini, in via Monti, nella zona dei Salesiani. Anche qui almeno 8 colpi, in rapida successione.  E adesso, quelli contro il negozio. Il procuratore capo Cataldo Motta ha detto di aver dato tutte le indagini in mano allo stesso magistrato, Guglielmo Cataldi. Si cerca l’eventuale filo conduttore e, con ogni probabilità, a sparare potrebbe essere stata sempre la stessa arma, con proiettili cal. 7,65.

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