Politica

Fitto, il paciere che marcia verso il vertice del partito

LECCE- Con il voto favorevole alla decadenza di Silvio Berlusconi nella Giunta per le Immunità (contrari solo Pdl e Lega), potrebbe aprirsi una nuova fase di grandi frizioni e incertezze nel centrodestra. Per la parola definitiva sulla decadenza del Cavaliere, bisognerà attendere il pronunciamento del Senato e anche se qualcuno spera nelle defezioni di alcuni democratici, visto che il voto è segreto, quasi sicuramente i numeri dovrebbero portare a ripetere la decisione della Giunta.

Stefàno, presidente della Giunta per le immunità salentino, cerca di mettersi al riparo dalle accuse e ai microfoni di Telerama ribadisce che “è stata applicata la legge”.

“Ho il dovere di difendere il lavoro della Giunta –spiega – c’è stato uno sforzo di approfondimento importante: il nostro lavoro sarà trasferito in Aula per la valutazione finale”. Alla domanda se la votazione avesse potuto avere esiti diversi, Stefano risponde che la legge Severino è stata valutata da esperti e costituzionalisti ed è stata applicata in questo modo anche nei confronti di amministratori locali: 40 casi in tutta Italia, uno anche in provincia di Lecce, a Parabita.

Anche se nel centrodestra parlano di “scelta indegna, accelerazione anomala delle procedure” e di “colpo alla democrazia”, Stefàno afferma che la Giunta non ha espresso una posizione per  “Geografia politica, ma è stato un confronto vero”. Per i berlusconiani salentini è inquietante quello che è accaduto, soprattutto per il caso Crimi, del Movimento 5 Stelle, che avrebbe violato il dovere del silenzio prima del pronunciamento della giunta e che ha postato su Fb i suoi sentimenti antiberlusconiani. Marti spiega che c’era l’intenzione di eliminare il leader del centrodestra, altrimenti il buon senso avrebbe suggerito il rinvio delle carte alla Corte Costituzionale per evidenti discrasie e incertezza sull’interpretazione della legge.

“Una volta fuori dal Parlamento Berlusconi sarà presente , ma in maniera differente”, spiega Marti. Il centrodestra potrebbe vedere indebolita la sua guida, che resterebbe in gioco solo come una specie di padre nobile del partito. Ecco perché nella nuova Forza Italia il dibattito è tutto incentrato sulla nuova guida del partito. Tra i papabili c’è il nome di Raffaele Fitto, che senza schierarsi con i falchi o con le colombe sta cercando di fare da paciere. Un ruolo non facile in un partito che rischia di spaccarsi da un momento all’altro.

Tornano in campo le ipotesi di un Pdl rimesso in piedi da Alfano e una nuova Forza Italia in cui resterebbero soli i fedelissimi di Berlusconi e i falchi. Alcuni forzisti salentini sono convinti che la strategia di Fitto, ora che Alfano e i dissidenti come Quagliariello dovrebbe finire fuori dalle grazie di Berlusconi, porterà l’ex ministro al vertice del partito. Tra le righe del documento per la pace interna, firmato da 100 parlamentari lealisti berlusconiani, si potrebbe leggere questa soluzione.

 

 

Articoli correlati

I Popolari con i vertici nazionali: “La nostra strada di coerenza con Emiliano”

Redazione

Amministrative: vince il centrosinistra, in alcuni casi con l’aiuto degli ex centrodestra

Redazione

Taranto, Crippa (Lega): siamo il primo partito in Puglia

Redazione

Mazzotta (FdI): la Poli passi dalle primarie

Redazione

Italia Mediterranea: si punta a un Mezzogiorno federato

Redazione

Luciano Montinaro nominato coordinatore Mrs Martano

Redazione