CronacaPolitica

Il Day After, pochi commenti e rinvendicazioni

LECCE- Si toglie dalla scarpa un sassolino grande quanto un macigno Massimo Ferrarese, ex presidente della Provincia di Brindisi. Lo fa citando la lunga battaglia di Telerama contro il fotovoltaico selvaggio e ricalcando il valore della sua denuncia, arrivata in Procura nel gennaio del 2011. Nel day after della maxiretata che ha portato ai dodici arresti tra Brindisi, Roma e la Sicilia, non c’è la pioggia di reazioni che ci si aspettava. Le bocche di molti, per il momento, rimangono cucite. Ferrarese, invece, ha voglia di parlare. Lo fa per rivendicare il senso dell’esposto che portò formalmente all’attenzione della magistratura l’anomalia di una situazione senza eguali in Europa. Ma lo fa anche per porre all’attenzione delle istituzioni un altro nodo, stavolta di prospettiva. Quello legato allo smaltimento dei pannelli.

“Per impedire truffe come quella sventata dalle forze dell’ordine- dice invece il senatore Salvatore Tomaselli, capogruppo Pd in commissione Industria di Palazzo Madama – servono norme più severe ed efficaci, che spetta a Parlamento e governo adottare”. Tra i pochi a parlare, però, c’ è stato anche il governatore di Puglia, Nichi Vendola. Lo ha fatto dalle colonne di Repubblica: “Quello delle rinnovabili è un settore che per sette anni ha patito molto l’assenza di regole- ha detto-, lo Stato è risultato renitente nei confronti dei propri doveri. Per noi è stata una lotta spasmodica quella per ottenere dai comuni le informazioni utili a costruire un’anagrafe degli impianti. Abbiamo incontrato numerosi ostacoli proprio perchè le regole potevano essere facilmente aggirate con autorizzazioni che provvedevano per frammenti di territorio”.

Un lapsus, forse, quello di Vendola. La genesi dell’invasione dei pannelli, in realtà, ha una doppia origine ben precisa e chiama in causa destra e sinistra, Stato e Regione. Da un lato, gli accordi bilaterali firmati nel novembre 2010 dal primo ministro cinese Wen Jiabao e Silvio Berlusconi, il là politico agli investimenti cinesi in Italia, quelli che hanno trovato terreno fertile soprattutto in Puglia, grazie però ad una normativa a maglie eccessivamente larghe, la legge regionale n.31 del 2008, poi rivista, ma che ha consentito per anni l’installazione di impianti fino a 1mw con semplice Dia presentata ai Comuni.

Lo ricorda Paolo Pagliaro, presidente del Mrs e coordinatore regionale del Mir: “Vendola ha davvero un bel fegato nel mentire, quando dovrebbe solo chiedere scusa a tutti e soprattutto al Salento per i danni che ha provocato”, ha detto.

Ha difeso lo stupro della nostra terra con le unghie e con i denti, ha assistito compiacente alla distruzione di una terra meravigliosa dicendo che per ogni pannello ci sarebbe stato un cubetto di carbone in meno bruciato nella centrale di Cerano, mentre noi ci battevamo per evitare questa colonizzazione da parte di multinazionali senza scrupoli e impedire questo scempio. Si e’ fatto fotografare con Schwarzenegger come il difensore della Green Economy, parlava della Puglia paragonandola alla Cina per la produzione di energia alternativa grazie “all’azione del suo governo“. Ed oggi riesce a dire che non poteva fare niente per evitare lo sfruttamento del territorio che lui stesso ha promosso? La giustizia fara’ il suo corso perseguendo i responsabili, speriamo tutti. Ma nel frattempo, il governatore abbia il buon gusto di non offendere i cittadini”.

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