Cronaca

Accorpamento tribunali, da oggi i processi tra polemiche e rischio caos

LECCE- Oggi cominceranno i processi: sarà il banco di prova della riforma che ha portato alla cancellazione di tantissime sedi giudiziarie in tutta italia. A Lecce il carico di processi è più del doppio: il personale trasferito dalle sedi distaccate  dovrebbe fare uno sforzo enorme per smaltire tutto il lavoro. In realtà, il personale è sottodimensionato: molte unità sono andate in pensione e non sono mai state sostituite. L’ex presidente  dell’ordine degli avvocati, Luigi Rella, ha messo in evidenza il problema dei cancellieri: sono sempre di meno.

Intanto continua la battaglia degli amministratori locali, in tutta Italia, che giocano la carta del ricorso al giudice amministrativo per ottenere le proroghe delle chiusure.

Anche nella provincia di Taranto la situazione è complicata: gli operatori della giustizia devono fronteggiare un numero improponibile di udienze in spazi inadeguati, proprio come succede a Lecce.

Il sindaco di Grottaglie, Ciro Alabrese, “non ci sta” alla soppressione degli uffici giudiziari nel suo Comune e attacca il provvedimento del governo. “Si è tenuto conto solo dell’esigenza di risparmiare sui costi complessivi del sistema giustizia – scrive in una nota – così come prevede la cosiddetta spending review”.

Alabrese, come la maggior parte dei sindaci, promette battaglia: “Assieme ai colleghi di Martina Franca, Manduria e Ginosa – ha detto Alabrese – abbiamo deciso di far sentire la nostra voce di protesta perché esistono i margini per rivedere i criteri di soppressione delle sedi dei Tribunali”. Già ad aprile, con una delibera comunale, l’amministrazione si impegnava a non farsi sottrarre gli uffici giudiziari della città ma non ha prodotto gli effetti sperati. Intanto il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ha scritto al premier Letta e al ministro Cancellieri: “Rinviate la chiusura dei tribunali cosiddetti minori”.

Tutti questi appelli sono destinati a cadere nel vuoto, stando alle dichiarazioni del Ministro della Giustizia. Anche la battaglia parlamentare si è arenata: il governo Letta non ha ascoltato gli appelli dei parlamentari e le mozioni. Si andrà avanti, nonostante le difficoltà.

 

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