Cronaca

Brindisi Capitale d’Italia, 70 anni di ricordi raccontati da chi c’era

BRINDISI- Brindisi, capitale d’Italia. Era il 10 settembre del 1943. Il re Vittorio Manuele III, la regina Elena, il principe Umberto e il maresciallo Badoglio, capo del governo, sbarcarono dalla corvetta “Baionetta”, attraccata al porto di Brindisi. La famiglia reale, così come i ministri e gli ufficiali che la accompagnavano, erano in fuga. In fuga dai tedeschi, in cerca di salvezza e tranquillità, si fa per dire, amministrativa. Nacque, così, il Regno del Sud. 5 mesi di regno, con il re quasi prigioniero del Castello Svevo, dove alloggiò durante la sua permanenza. Durò fino all’11 febbraio del 44. Quando il governo, e anche il titolo di capitale, si spostò a Salerno, in attesa che gli “Alleati” liberassero Roma.

Brindisi Capitale, quindi. E in giro per Brindisi, a titolo e lucidità diversa, c’è chi se lo ricorda. C’è chi, al motto di si stava meglio quando si stava peggio, ricorda con affetto quel mattacchione di Mussolini

C’è chi, anche se lo nega, il Re l’ha persino conosciuto. Forse. C’è chi, mentre il re fuggiva a Brindisi, si trovava in guerra, lontano dalla città natale. E di quei giorni non ha un bel ricordo.

Brindisi Capitale d’Italia. Accadeva 70anni fa. Brindisi capitale per caso. Qui, i tedeschi, non c’erano. Erano già andati via. Trovando i negozi e i locali chiusi: Che la birra, forse, i Crucchi se l’andarono a comprare a Lecce.

 

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