Cronaca

Fumata nera per Filanto, grigia per Omfesa

CASARANO– Una fumata nerissima per Filanto, fumata grigia per Omfesa. Quella che arriva da Roma è la doccia fredda che spegne molte speranze per i lavoratori casaranesi. Ad oggi, infatti, non ci sono i presupposti giuridici per recuperare le otto mensilità pregresse di cassa integrazione.

Anzi. I ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro prendono altro tempo, necessario, a quanto pare, per analizzare azienda per azienda tutto il cluster Filanto. Decisione rinviata a venerdì, su un nuovo tavolo, ma è proprio il nuovo metodo adottato a preoccupare maggiormente.

Frastagliare l’analisi sulle cinque singole società del gruppo, per i sindacati, equivale ad infilarsi in un tunnel con pochissime vie d’uscita.

“Ci sono aziende ancora sotto sequestro, altre che hanno visto la revoca del concordato preventivo, altre che questa procedura non l’hanno mai conosciuta”, spiega Sergio Calò della Cisl. Certo è che, senza una soluzione sulla cassa integrazione arretrata, ben otto mesi privi di totale copertura, non potranno essere avviati i passi successivi, in primis la discussione sul piano di rilancio dell’azienda, che poi dovrebbe ripresentare le istanze di concordato preventivo e accedere agli ammortizzatori sociali per i prossimi dodici mesi. Una strada più che in salita e in cui si confida ormai molto poco. La non notizia arrivata da Roma, infatti, ha creato momenti di tensione altissima tra i lavoratori in presidio dalla mattinata presso il municipio di Casarano.

Giuseppe Guagnano della Cgil lancia il sasso: “Per quanto ci riguarda, già da domani ho dato delega ai legali per acquisire la documentazione relativa a tutti i lavoratori e per procedere con decreti ingiuntivi nei confronti di ogni azienda. È l’unico modo per recuperare tutte le mensilità arretrate. Non si può più aspettare, al nono mese senza salario”.

Situazione complicata, per quanto un po’ meno intricata, quella della Omfesa di Trepuzzi. Al tavolo romano, successivo a quello di Filanto, mancava l’interlocutore principe, Trenitalia, che però sarà presente in un prossimo incontro che il Ministero dello Sviluppo Economico si è riservato di convocare entro la settimana.

Di fronte ai dirigenti del Mise è stata ripercorsa l’intera storia recente della vertenza, citando la trasmissione d’inchiesta di Telerama, l’Indiano, che ha portato a galla le manovre relative alla cessione dell’intero pacchetto azionario per meno di 2mila euro e i piani relativi al licenziamento e progettata riassunzione dei lavoratori da parte di una new.co., una nuova società nata su impulso dello stesso ad Ennio De Leo.

È stato Giampietro Castano, dirigente ministeriale, a prospettare la speranza e a lanciare l’idea di trattenere a Trepuzzi la commessa di 25 carrozze ancora presenti in officina, chiudere i contenziosi ancora aperti tra Trenitalia e Omfesa e che ammontano a un milione di euro e provare con la curatela fallimentare a riprendere il lavoro, cercando un imprenditore di fiducia della stessa Trenitalia.

 

 

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