Cronaca

Auto incediata e volantini anonimi, clima da panico a Cellino

CELLINO SAN MARCO- Un’auto incendiata, l’ennesima, e volantini anonimi, gli ennesimi. Continua il clima di tensione a Cellino San Marco, comune già sotto le attenzioni della commissione di indagini antimafia, dove si verificano, ormai periodicamente, episodi che, se pur scollegati tra loro, mantengono alta l’attenzione delle forze dell’ordine e degli organi di informazione. Oltre alle perplessità dei cittadini e delle istituzioni. Le fiamme, di chiara origine dolosa, hanno avvolto la Fiat Uno di un 39enne del posto, non certo un politico ma volto già noto alle forze dell’ordine. Il rogo poco dopo le 4, in via Bari, a pochi metri dell’abitazione del proprietario che ha poi allertato il centralino dei vigili del fuoco, sul posto per sedare le fiamme. Sono ora al vaglio dei carabinieri le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza che potranno fornire elementi utili per l’identificazione dei piromani attentatori.

Di natura diversa l’altro episodio, registrato nelle ultime ore. È il volantino anonimo, scritto probabilmente con un normografo, fatto circolare nel piccolo centro. Il messaggio riportato lancia accuse, piuttosto pesanti, sulla nomina del comandante della polizia municipale. Una nomina, secondo l’anonimo, pilotata da sue assessori, il sindaco e un ex dirigente. Nel volantino, inoltre, si parla anche di una tangente ricevuta per l’assegnazione di alcuni lavori pubblici intascata da un ingegnere comunale.

Si tratta, è bene ricordarlo, di accuse anonime e quindi non firmate. Eppure, nonostante la fonte, il clima a Cellino continua a non essere dei migliori. Proprio un agente dei vigili urbani, qualche settimana fa, fu arrestato per aver “truccato” la propria domanda di partecipazione al concorso per comandante.

Un fatto incorniciato nelle ormai decine di attentati incendiari in cui, ad essere presi di mira, sono stati più volte amministratori o dipendenti pubblici. E intanto prosegue il lavoro della commissione, chiamata a svelare eventuali infiltrazioni mafiose in un consiglio comunale sempre meno stabile.

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