Cronaca

Ex Scarciglia, Colaninno ancora con un piede dentro

LEUCA- Lui, che è il patron della Piaggio, a Leuca pare non voglia davvero rinunciare. Roberto Colaninno continua a tenere per sé, ancora, dopo quasi un decennio, un pezzo di Colonia Scarciglia. Continua a pagare, infatti, un canone annuo al Comune di Castrignano del Capo per il contratto di locazione stipulato nel 2004 da una sua società, l’Apuliae spa, che continua a risultare, infatti, affittuaria della ex scuola, l’immobile, situato sul livello superiore rispetto alla struttura più nota, e che lui avrebbe voluto convertire in centro benessere.

D’altronde, la presenza del cartello, ancora, in bella mostra lungo la scalinata che sale al Santuario, non è un caso. Parla di un appalto da 786mila euro e di un permesso a costruire rilasciato l’11 ottobre 2004. I lavori avrebbero dovuto essere completati entro l’anno successivo. Così non è stato, è evidente. E che nel frattempo tutta la complicata vicenda giudiziaria relativa al complesso storico abbia trascinato con sé anche quel progetto è scontato.

Quel centro benessere aveva un senso se a servizio del resort di lusso che Colaninno aveva in mente di realizzare qui, in questo rudere vuoto, per il quale si è aggiudicato la gara d’appalto della discordia bandita da Palazzo dei Celestini. Motivo, lo ricordiamo, per cui, con effetto domino, è capitolato tutto, dato che il Demanio ha considerato risolto il contratto di acquisto con la Provincia, che aveva pagato il bene la metà con il vincolo di rispettarne la destinazione a scopi sociali, che così veniva meno.

Non se ne farà più nulla? Macché. Colaninno non si scoraggia. Come conferma il sindaco di Castrignano del Capo, Anna Maria Rosafio,  all’inizio del suo mandato, due anni fa, lo ha personalmente incontrato. Occasione in cui lui ha manifestato ancora interesse al progetto. Oggi, “continua a versare regolarmente il canone d’affitto”. Un modo per tenere un piede dentro, insomma. In attesa, magari, che si risolva il braccio di ferro tra Palazzo dei Celestini e Demanio. La Provincia, infatti, ha formulato nei mesi scorsi proposta per risolvere transattivamente la controversia.

La lettera, come conferma l’avvocato Pietro Quinto, legale dell’ente, è stata inviata all’Avvocatura dello Stato e da questa al Ministero. Si propone di incrementare il prezzo di acquisto dell’immobile, pagando quasi al totale del suo valore, e far cadere, in cambio, il vincolo di destinazione d’uso. Che sia un modo per rimettere l’ex Scarciglia sul mercato è ovvio. E che sia l’occasione che attende Colaninno potrebbe essere altrettanto scontato. Eppure, che quel terreno sia fragile lo dicono i fatti, oltre ad una relazione geologica stilata già all’epoca su richiesta dei carabinieri.

Il terreno frana, la roccia si spacca. E nessuno si cura della messa in sicurezza. Spetterebbe alla Provincia. Ma dall’assessore al Patrimonio, Pasquale Gaetani, puntualmente contattato, non ci arriva per il momento risposta.

Incalza, invece, l’opposizione. Il sindaco Rosafio, da parte sua, è pronta ad alzare i toni: “Ci siamo interfacciati più volte con Palazzo dei Celestini, in maniera bonaria, ma la situazione non si sblocca. E i pericoli restano. Ora, pensiamo ad azioni di diffida”.

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