LECCE- Lingue diverse, gusti diversi, ma stessa passione. Sua maestà il vino.È un’esplosione di colori, di profumi Niurumaru festival. Un viaggio tra i rubini e i rosee, tra i cristalli e le freschezze. Vino e ancora vini, le primizie di cantine che lasciano esplorare le proprie botti.
È così, tra calici e taglio di torta, che si apre questa quattro giorni che popola Lecce, il suo borgo antico, tra Santa Croce e Sant’Oronzo, il corso e Piazzetta Castromediano e tutte le viuzze intorno, vestite di rosso e di suggestioni, tra musica e degustazioni.
Sono quaranta le cantine del Salento, del resto della Puglia, ma anche della Calabria e Basilicata a mettersi in mostra. Un Sud che si ritrova in una mescita, sotto un palato, tra le altre bontà della terra, formaggi, salumi, insaccati, un’esplorazione che sa farsi cultura per intenditori e visitatori improvvisati. Ognuno con il suo kit e i dieci ticket da staccare, ognuno alla prova del nuovo o afferrandosi ai punti fermi.
Insomma, fino all’11 agosto, c’è spazio per tutti in questa vetrina che aiuta a promuovere eccellenze, come sottolinea la Cia.
Ma non è solo festa. Non è solo promozione. Prova a tradurre un assaggio in un pilastro culturale Niurumaru, il festival che lavora per promuovere la candidatura di Lecce a Capitale europea della Cultura 2019.
Il resto è un racconto a cui lasciarsi solo andare.