Cronaca

Dopo l’esposto di Laforgia, riesplode la guerra con Margiotta

LECCE- Dopo l’esposto depositato in procura dal rettore uscente, Domenico Laforgia, contenente carte su un presunto sistema ricattatorio, che sarebbe stato messo in piedi ai tempi del rettorato di Limone, Tiziano Margiota, sindacalista Uil, ha bollato tutto come tentativi di screditare la sua figura.

Ma alcune dichiarazioni filtrate sulla stampa hanno rinfocolato ancora di più le polemiche. E il rettore uscente torna a minacciare querela in un comunicato ufficiale: “Leggo delle incredibili insinuazioni dell’avv. Scippa, difensore del sindacalista Margiotta, in base alle quali lo stesso sarebbe in possesso di documenti che dimostrerebbero un mio coinvolgimento in vicende giudiziarie alle quali sono del tutto estraneo. Mi sorprende molto, poi, che il Margiotta conservi altri documenti riguardanti, a dire del suo avvocato, una situazione che è da 10 mesi all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Immaginavo che tutto fosse già stato messo a disposizione degli inquirenti e trovo perlomeno inquietante questa possibilità. Quando si nascondono documenti comprovanti un reato lo si fa, in generale,per complicità o per ricattare qualcuno. In queste circostanze si sta addirittura rasentando la minaccia, cosa inutile con me, perchè ho già avuto modo di dichiarare altre volte che non sono ricattabile. Infine, la pacificazione interna è un obiettivo di qualsiasi amministratore pubblico ma non deve mai essere conseguita a spese della legalità e della legittimità, obiettivi da me sempre perseguiti con perseveranza, vigore e, a volte, durezza”.

Il sindacalista Uil risponde a stretto giro, attraverso il suo legale, Benedetto Scippa e minaccia anche lui querela:“Prendo atto delle dichiarazioni oltremodo ingiuriose, minacciose ed altamente lesive della dignità del sottoscritto sia dal punto di vista personale che di professionista. Sorprende che da un uomo di elevata cultura quale l’ing. Laforgia, si travisino le dichiarazioni riportate dai mezzi di informazione e di poi provengano allusioni nemmeno tanto latenti ad un comportamento del difensore di Margiotta non solo scorretto ma soprattutto in dispregio del codice penale stante la dichiarata intenzione di voler ricattare alcuno mediante l’uso fraudolento di prove che sarebbero ben conservate e soprattutto tenute nascoste alla Magistratura”.

 

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