Cronaca

Rave Party, Salento capitale delle feste proibite

BRINDISI- Dal tredicenne che finisce in ospedale dopo aver fumato uno spinello (mixato con chissà quanto e quale alcool) ad un focus sui Rave Party (feste, appunto, a base di musica, cocktail e droghe) il passo è davvero breve. Con il salento che, ormai da qualche anno, è diventato in estate una sorta di capitale di una delle trasgressioni preferite dai giovani.

Location preferita è, spesso, la spiaggia. Controlli praticamente assenti in zone, solitamente, scelte ad hoc. Nessuna abitazione, scarsa illuminazione. Poi, arriva il deejay, la musica parte. E con le note e i bassi a tutto volume, parte anche lo sballo.

Nelle ultime due settimane, tra costa adriatica e, soprattutto Jonio, siamo riusciti a individuare almeno 4 rave. Uno nei pressi di Gallipoli, l’altro tra porto cesareo e torre Lapillo. Feste “proibite” anche nei pressi di Campomarino di Maruggio e, infine, nel Brindisino.

Poi, ci sono le “normali” feste private. Open Bar per party dove, con un prezzo fisso di pochi euro, si ha accesso nella struttura e, soprattutto, ad alcool illimitato. In tutti questi casi, regnano gli spacciatori di turno, per micidiali mix di sostanze che, come nel caso del 13enne, possono portare malori, incoscienza, ricoveri in ospedale.

Per le forze dell’ordine non è facile arginare il fenomeno. I party, infatti, non sono pubblicizzati e, anzi, funzionano con il semplice “passaparola” tra amici. No locandine, si preferisce Facebook.

E spesso, l’invito arriva all’ultimo minuto.

Le droghe più in voga, oltre alle leggere, sono l’anfetamina, la metanfetamina e la cocaina. Persino l’acido lisergico. Poi, a causa della crisi, si registra il ritorno sul mercato dell’eroina da sniffo, economica ma letale. Il tutto, mescolato all’alcool, si traduce poi in effetti deleteri per il corpo e l’organismo. Nel 2010, nei pressi di castro marina, una ragazza di 23 anni morì proprio durante un rave party non autorizzato. La causa del decesso: overdose. Come quella che poi, nel weekend, quasi uccideva il 13enne brindisino, ora fuori pericolo di vita.

 

 

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