Cronaca

Da Roma a Bari, Tap sotto torchio: i dubbi ambientali restano

BARI- Lo ha detto a Roma, lo ha ripetuto poche ore dopo a Bari. “Il gasdotto della Tap non solo non danneggerà ambiente e turismo, ma porterà anche forti ricadute sul territorio pugliese in termini economici e occupazionali”. Il country manager di Tap Giampaolo Russo, ha spiegato così in commissione Industria al Senato prima, e in commissione Ambiente in Regione poi, i vantaggi che – a suo dire – l’infrastruttura operativa da gennaio, porterà all’intero territorio. Ma la Regione, a Bari, frena. “Al momento – ha detto la vicepresidente Angela Barbanente – Tap non ha fornito un’analisi ambientale completa che non si puo’ limitare a una valutazione tecnica, ma deve interagire con altri elementi come, ad esempio, i luoghi della memoria e dell’identità di una popolazione”. Non solo. Per la Barbanente Tap non ha indicato nemmeno località alternative per far arrivare il gasdotto, magari più compatibili a livello ambientale rispetto a San Foca.

La V commissione consiliare presieduta da Donato Pentassuglia, con l’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, e la vicepresidente Barbanente, ha ascoltato oltre alla società Tap, anche il  presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone i sindacati, le associazioni ambientaliste, i sindaci dei Comuni interessati (Melendugno, Vernole, Castrì, Calimera).

E, inevitabilmente, la questione cruciale è stata la compatibilità ambientale dell’infrastruttura. Per tutti è un’opera lecita e importante, ma non nel Salento. Sebbene la competenza sia dello Stato, il pressing è stato notevole. Russo ha spiegato che la tubazione viaggerà sotto 10 metri di sabbia e di terremo agricolo, lo spessore di 3 cm darà le massime garanzie. Eppure quella condotta sottomarina lunga 45 Km, interrata di 10 Km e quel terminale che sfocia sulla costa di Melendugno, non convincono davvero nessuno.

Il country manager Russo ha incalzato: “Il gasdotto vale 290 milioni di euro nella sola fase di costruzione fino al 2018, mentre nei cinquat’anni di fase operativa sarà di altri 380 milioni”. Produrrà inoltre 2.170 posti di lavoro e, a proposito di ciò, Russo ha reso noto che è già in corso un censimento delle imprese del Salento per cercare competenze che servano per la fase di costruzione e, laddove ne avessero solo una parte, Tap è disposta a formarle.

Ma tanto non basta a convincere tutti. A storcere il naso i consiglieri Amati e Negro, il presidente della Provincia Gabellone, per tutti  le informazioni sono del tutto insufficienti e nulla esclude un rischio effettivo per il territorio.

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