TARANTO- Sulla questione delle Emissioni odorigene, dopo la vicenda della raffineria Eni di Taranto, la regione pensa a una legge o a un regolamento. Occorrono regole precise per disciplinare in assenza di norme specifiche in italia, le emissioni odorigene soprattutto in riferimento a quanto spesso accade a Taranto, dopo i cittadini sono costretti a fare i conti anche con i cattivi odori provenienti dall’Eni, come ha sostenuto anche dall’Arpa puglia.
Che però non ha le prove per dimostrarlo ed è questa l’esigenza emersa al tavolo della commissione ambiente della regione convocata dal presidente Pentassuglia dopo l’interrogazione presentata dal consigliere Cervellera. Proprio Cervellera , è intervenuto sugli odori molesti a Taranto. “Dico subito che l’Eni, nonostante il tono conciliante e collaborativo verso la Regione non ci ha convinto proprio” ha esordito Cervellera.
“Non ci ha convinto il ricorso avanzato al Tar da ENI contro il regolamento regionale sulla Valutazione del danno sanitario. Ma l’Eni non ci ha convinto soprattutto quando ha balbettato di fronte alla mia obiezione – attacca Cervellera – che i picchi degli odori molesti si sono verificati nello stesso momento in cui si registrava presso le centraline dell’Arpa ai Tamburi emissioni di idrogeno solforato che possono provenire solo e soltanto da quella fabbrica”.
“Il punto di vista che deve essere tenuto sempre presente – ha concluso Cervellera –  come per l’Ilva e l’inquinamento a Taranto, è la difesa della salute dei cittadini”. Intanto il vicepresidente della Regione Barbanente afferma: “la Regione è intransigente” mentre l’Eni annuncia, il direttore della raffineria carlo Guarrata, farĂ piĂą controlli con i sistemi di monitoraggio previsti dall’Aia.