Politica

L’Italia delle 36 Regioni, se ne discute al Ministero

LECCE-  “Il ‘sogno’ di un’Italia senza Regioni e Province ma con 36 dipartimenti”.  Sergio Rizzo, una delle penne più autorevoli del Corriere della Sera, parla della proposta della società geografica Italiana, in un articolo a pagina 4.  Le Province, retaggio tipico di un Risorgimento che aveva rinnegato il federalismo, poi arrivarono le Regioni, che avrebbero dovuto avviare la stagione delle autonomie e del decentramento, ma non è andata così. “Province ed enti sono lievitati(comunità Montane, comunità collinari e tanto altro), compresi gli enti intermedi(società pubbliche, ambiti territoriali ottimali e aziende sanitarie locali)- spiega Stella. “Il disordine si è acuito con la riforma del titolo V della Costituzione, che ha determinato un aumento delle spese(in dieci anni i bilanci regionali sono raddoppiati, senza che diminuisse la spesa dello Stato centrale).

Oggi la proposta della Società Geografica Italiana, che il giornalista del Corriere definisce uno scoop, punta a un’Italia con un’articolazione territoriale completamente diversa: senza le 110 province , né le 20 Regioni (21 con le province autonome di Trento e Bolzano): al loro posto 36 dipartimenti regionali più omogenei per radici storiche e fondamentali economici. La Puglia, ad esempio, verrebbe suddivisa in tre Regioni (Br-Le-Ta, poi Bari e Bat e infine l’area del foggiano unita a Campobasso. Un progetto che  il Movimento Regione Salento appoggia in pieno, proprio perché già prima della pubblicazione dello studio della società geografica chiedeva la costituzione di una regione più vicina al cittadino, che permettesse di abolire enti inutili e costi alti.

Nel pomeriggio al ministero per gli affari Regionali si discuterà della proposta della Società Geografica Italiana: presenti il ministro degli affari Regionali Delrio, il sottosegretario Walter Ferrazza, in compagnia del consigliere Paolo Pagliaro, che ha spinto per questo incontro, e il presidente della Società geografica Italiana, Sergio Conti, e l’ex presidente Franco Salvatori.

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