LECCE- Sembra la replica di un copione tragicamente noto, di quelle storie che appaiono simili e il cui epilogo, troppo spesso, è drammatico. È una storia di stalking e lo era già molto prima che ne esistesse il reato. Una donna leccese è disperata. Tanti anni fa si innamorò di un ragazzo tunisino; da quell’unione nacque una bambina, che oggi ha 13 anni.
Ma fu chiaro sin da subito che quell’uomo aveva dei problemi: con l’alcool, con la droga e con la violenza. Tanto che i servizi sociali decisero di allontanare da casa la minore per tutelarla.
Lei lo lasciò: e da allora iniziò un nuovo infermo, fatto di minacce di morte nei confronti suoi e della figlia.
“Una volta lui ha tentato il suicidio impiccandosi -ci racconta la donna- e un’altra volta, quando la bambina era piccola, in uno scatto d’ira le ha ucciso il cagnolino”.
Ora la donna ha finalmente riottenuto l’affidamento della figlia. Ma ecco che lui, da milano, le ha annunciato il suo imminente rientro a lecce, dicendole che le brucerà il viso con l’acido.
Lei denuncia ma, al momento, nulla è stato fatto. H paura ed annuncia un’azione eclatante davanti al tribunale. “Perchè, se dovesse servire a salvare la mia bambina, sono disposta a fare qualunque cosa”,dice.