SAN FOCA- Si al gasdotto, ma non a San Foca. La posizione del Partito democratico pugliese è chiara. E ad esprimerla è il segretario regionale Sergio Blasi.
Blasi va avanti e aggiunge che laddove gli studi condotti dalla Tap ai fini della via, il 10 settembre prossimo, indichino anche i motivi per cui il gasdotto non potrebbe sbarcare se non a Melendugno, sulla spiaggia di san basilio, la società dovrebbe riconoscere al territorio un risarcimento degno di questo nome..
E non è l’unico ad intervenire sull’argomento. Anche il consigliere comunale di Lecce Bene Comune, Carlo Salvemini irrompe sulla vicenda denunciando un vuoto di presenza e protagonismo del decisore pubblico, durato fin troppo, consentendo impropriamente al consorzio di occupare il campo di gioco e scrivere le regole. “È tempo che la presidenza del consiglio, il ministro dell’ambiente scendano nel Salento a incontrino la cittadinanza di Melendugno, il Sindaco, il comitato no tap. Che rispondano con sollecitudine all’invito loro rivolto dal sindaco Potì. Chiedo a Vendola di affiancarsi a questa sollecitazione. Ogni ulteriore ritardo rischia di trasformare l’acronimo TAP in Tentativo Addomesticamento Popolazione”.
Totalmente diverso il tono dell’esponente del Pd Umberto Uccella che chiede di far cadere il velo di ipocrisia che avvolge tutta la vicenda. “Il gasdotto non è una centrale nucleare. E’ una infrastruttura importante che permetterà anche di diversificare le fondi energetiche. L’impatto ambientale – dice convinto Uccella – non è minimamente paragonabile a quello di un insediamento industriale. Per questo l’invito a far cadere il velo di ipocrisia è indirizzato al fatto che alle volte prevale il pregiudizio sull’ascolto. Di qui l’appello a sedersi e parlarne con calma, rivolto al sindaco di Melendugno che non ha – dice Uccella – nemmeno voglia di sedersi ad un tavolo e a quella che definisce la grancassa di un personale politico che nel movimento NO Tap cerca strumentalmente un’ancora di salvezza per riciclarsi, dandosi un alone di ambientalismo e la patente di difensore dei diritti dei territori.