ORIA- Chi di petizione ferisce, di petizione perisce. Non ha fatto quasi in tempo a firmare pubblicamente, con tanto di condivisione sulla sua bacheca facebook, l’appello lanciato dall’imprenditore Angelo Lippolis mirato alla riapertura a pubblico e tristi del Castello di Oria, che il sindaco Cosimo Pomarico si ritrova, suo malgrado, ad essere oggetto lui stesso di un’altra petizione, vera e propria moda di questo stravagante luglio 2013.
Oggetto dell’appello, pubblicato su firmiamo.it è abbastanza eloquente. “Pomarico? Basta Così!”
La petizione, lanciata dal satiro oritano Adolfo Labarca (nome d’arte. Nessuno sa, in realtà, chi si nasconda dietro lo pseudonimo) è destinata a far discutere. Così come le motivazioni.
“Pregiati Consiglieri del Comune di Oria, si legge nel testo, a nome di tanti Oritani, vi chiediamo di promuovere e firmare la sfiducia al Sindaco Cosimo Pomarico per la sua assoluta inidoneità rispetto al delicato ruolo che ricopre. Quello che vi chiediamo è un atto dovuto per il bene della città e per il rispetto dei cittadini ed è una responsabilità che siete tenuti urgentemente a prendere; oggi siete ancora in tempo per non essere complici del disastro che si sta consumando nella nostra e vostra città.
Questa amministrazione che voi rappresentate – ma che non rappresenta gli oritani – , ha fatto registrare un repentino e costante declino di Oria sotto tutti i punti di vista: economico, culturale e sociale”. Poi, Labarcasi rivolge direttamente al primo cittadino. “Sindaco Pomarico, è giunto a metà mandato, la città ha subito il suo impegno, forse è il caso che si dimetta e si goda la meritata pensione”
Al momento di chiudere il pezzo, la petizione conta di poche, pochissime firme. E lo stesso Pomarico, interpellato sull’argomento, non fa una grinza. “Questa amminsitrazione, a dispetto dei tagli e delle difficoltà economiche ereditate, è concreta e pensa al futuro di Oria. Se Labarca vuole tornare indietro di qualche anno, faccia pure. Vedremo chi saranno gli oritani disposti a spallegiare questa iniziativa”.
Serafico come sempre, però, anche il serafico e democraticissimo Pomarico questa volta cede.
“Questa petizione – ammette il sindaco – non la firmerò”.