BRINDISI- Carenza di personale, appelli caduti nel vuoto, addirittura straordinari non pagati da oltre un anno. La denuncia lanciata dalle sigle sindacali dei poliziotti brindisini lascia di stucco per la gravità della situazioni in cui sembrano versare le forze dell’ordine della questura adriatica. In particolare, l’attacco è ai politici.
“Lascia sbalorditi la totale assenza d’interesse verso l’intero territorio da parte tanto del Dipartimento, quanto degli esponenti politici, figli di questa terra, che oggi si pregiano di sedere sulle poltrone capitoline. Le carenze di risorse umane nella Questura e nelle Specialità – si legge nella nota – ricadono inevitabilmente sul poco personale destinato al controllo del territorio. Al danno ( per tutti i cittadini ) si è aggiunta la beffa, il Dipartimento della pubblica sicurezza, con le solite logiche ragionieristiche,ha ritenuto di dover rideterminare il monte ore mensile di lavoro straordinario, operando un significativo taglio di risorse attribuite alla Questura di Brindisi”.
Quindi, la denuncia che anticipa la richiesta di intervento da parte dell istituzioni.
“Ancora oggi, a distanza di più di un anno, i poliziotti brindisini sono creditori nei confronti del Ministero di migliaia di ore di lavoro straordinario effettuato nell’anno 2012, per l’attività d’indagine relativa all’attentato alla Scuola Morvillo – Falcone”.
C’è in effetti da rimanere sbigottiti. E l’ironia che chiude il comunicato firmato dall’osservatorio sindacale, lascia un retrogusto di profonda amarezza ma che, realisticamente, traccia per assurdo il quadro del territorio brindino. “Evidentemente, scrivono i sindacati, Brindisi è stata ritenuta una provincia in cui tutto funziona per il verso giusto, in cui il tasso di felicità tra i cittadini residenti è altissimo, dove di contro, il tasso di disoccupazione è praticamente non rilevabile, dove i reati sono addirittura non percepibili, dove gli operatori della sicurezza sono soddisfatti tanto che per impiegare il tempo durante l’orario di servizio, si girano i pollici”.
Insomma, una provincia a misura d’uomo.