Cronaca

Gestione Restinco, Connecting People spera nel Consiglio di Stato

BRINDISI- Connecting People resta, almeno per il momento, a Restinco. Il consiglio di stato, infatti, ha dato ancora una volta  ragione alla società siciliana che, da circa un lustro, si occupa del servizio di gestione del centro di accoglienza immigrati adriatico, a dispetto di un bando di gara emesso dalla prefettura e vinto, mesi orsono, dall’associazione culturale Acuarinto. Alla gara, più che al suo esito, si era opposta proprio Connecting People, che davanti al Tar aveva dato vita ad  una battaglia legale. Da un lato, la società siciliana era certa che il bando fosse viziato nella forma e nella sostanza, dato che non prevedeva l’obbligo di indicare gli oneri di sicurezza e interferenziali. Dall’altro, Connecting People, che al momento gestisce Restinco su una base di 36 euro pro capite pro die, riteneva impossibile portare avanti il servizio a 26 euro al giorno.

Offerta al ribasso con cui, partendo da una base d’asta di 30 euro al giorno per ospite, Aquatinto si era aggiudicata la gara. Il Tar aveva  rigettato il ricorso di Conencting People la prima volta. Ricorso che, invece, era stato parzialmente riconosciuto dal consiglio di Stato. La trafila si è nuovamente ripetuta. Davanti al tribunale regionale, le ragioni di connecting people sono state rigettate. Ma, ancora una volta, il consiglio di stato ha sospeso il provvedimento del TAR Lecce, fissando per il prossimo 25.7. la data in cui verrà deciso collegialmente se sospendere definitivamente la sentenza del TAR.

Secondo i giudici, infatti, si evidenziano profili non privi di consistenza e che comunque richiedono un approfondimento nel merito con riferimento al bando di gara ed ai fini di una riedizione della stessa. Insomma, in attesa della decisione dei giudici, chiamathi ad esprimersi nel merito su una nuova gara per l’affidamento dei servizi, Connecting People, difesa dagli avvocati Sandulli, Paternello ed Alessi, resta al suo posto, in regime di proroga. Con gli ospiti del centro di accoglienza gestiti, tra pasti, abbigliamento e servizi vari ed eventuali, a 36euro al giorno. Poi, in futuro, chissà. Si potrebbe scendere agli ormai noti 26 euro, procapite – prodie.

Un prezzo, quello destinato alla vita di un uomo, che molti ritengono insufficiente, quasi offensivo. Oltre a Restinco, in Italia si sono verificati casi analoghi. In Emilia Romagna e in Sicilia, altri appalti aggiudicati sulla stessa base d’asta sono in fase di revoca perché le società aggiudicatarie non riescono a sostenere il servizio con il prezzo offerto. Il collegio, quindi, dovrà rispondere ad una domanda tutt’altro che banale. Quanto vale davvero la vita di un uomo?

 

 

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