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L’addio di Palaia: “Ho perso l’entusiasmo, non lo faccio per soldi”

LECCE- Mentre è stato ufficializzato l’accordo con Fabrizio Miccoli (il contratto sarà formalizzato mercoledì prossimo) Giuseppe Palaia, medico sociale del Lecce per 36 anni, ha spiegato i motivi che lo hanno portato a chiudere la sua ultra trentennale esperienza con l’Us Lecce. Al suo fianco Novella Pranzo, figlia di Carlo Pranzo Zaccaria, per moltissimi anni componente dello staff sanitario del Lecce e strettissimo collaboratore di Palaia. “Per me è stato un fratello”, ha detto Palaia che ha voluto ringraziare gli allenatori con cui ha lavorato (ha indicato Mazzone come il rappresentante di tutti) e i presidenti. “I gruppi Iurlano, Semeraro e Tesoro che mi hanno sempre apprezzato sotto l’aspetto umano e professionale”, ha sottolineato Palaia.

La lunghissima avventura di Palaia in giallorosso cominciò nel luglio del 1977 e si è conclusa qualche giorno fa quando l’accordo tra Palaia e Tesoro non è stato totale. “Avrei accettato un rimborso spese, ma non di non lavorare con i miei collaboratori di sempre”, ha spiegato Palaia.

Con il tecnico Fascetti e il preparatore Carlo Sassi sono stati gli antesignani in Italia per gli allenamenti individualizzati prima con il famoso test di Conconi e dopo con quello di Mader. Palaia non si è mai fermato neanche quando nell’ottobre 2005 gli fu diagnosticata una neoplasia intestinale. “Mi alternavo tra le sedute di chemioterapia e gli allenamenti del Lecce”, ricorda Palaia.

L’ormai ex medico sociale del Lecce aggiunge ha voluto fare delle precisazioni anche sull’ultima stagione e sui numerosi infortuni verificatisi. “Solo con De Canio mi sono occupato della preparazione fisica. Ho scoperto solo da poco che alcuni calciatori, nella stagione appena conclusa, si facevano curare da altri. Non è stato corretto tenermi all’oscuro”, ha detto amareggiato Palaia.
Palaia si dedicherà insieme ai propri figli dei centri già esistenti a Squinzano e Galatina e del prossimo in apertura a Brindisi.
“Faccio un grande in bocca al lupo a Moriero, ma non verrò allo stadio: non accetto la poltroncina della tribuna”.

 

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