Politica

Innovapuglia, azzerato il Cda e scoppia il caso Sansonetti

BARI- Era stata nominata due anni fa. Dopo la delicata fase di fusione tra Tecnopolis e FinPuglia. Per la nuova vita di InnovaPuglia era stata scelta come presidente, Sabrina Sansonetti. Era lei a guidare la società partecipata della Regione da gennaio 2011. Ma il decreto legge sulla spending rewiew – e forse non solo quello – parrebbe averle sbarrato la strada.

Sabrina Sansonetti lascia Innovapuglia. E non per sua scelta. Al suo posto arriva Pasquale Chieco che altri non è che il suo predecessore.

La decisione è stata presa ufficialmente dal Consiglio di amministrazione della stessa società. Il rinnovo ha riguardato tutti e tre i membri. Lasciano la presidente Sansonetti, il vicepresidente Limongelli e il consigliere Pasquariello e subentrano il neo–nominato Pasquale Chieco e le due dirigenti regionali Angiolillo e Piemonte.

La motivazione ufficiale è la legge sulla spending rewiew che ha imposto a partire da quest’anno una netta sforbiciata alle spese delle partecipate. A cominciare dai consigli di amministrazione. La legge stabilisce, infatti, che nel Cda almeno due componenti su tre debbano essere dipendenti dell’ente che detiene il controllo della stessa così da evitare un rivolo di spese infinito. Il dubbio però resta sul presidente. In realtà la possibilità di avvalersi di una professionalità esterna come timoniere non è stata del tutto abolita. E nemmeno ci sono ombre di eventuali incompatibilità della presidente dimissionata.
Eppure tanto non è bastato per far proseguire a Sabrina Sansonetti il lavoro iniziato due anni fa.

Non è stata lei a voler andare via. Non si è, difatti, neanche dimessa. La decisione sembrerebbe essere stata presa dalla Regione. L’incontro tra la Sansonetti e il presidente Vendola avverrà nei prossimi giorni, e forse solo allora si capirà il perché di una scelta che non sembra limitarsi all’applicazione di una legge nazionale. Anche perché di costi InnovaPuglia ne sosteiene anche e soprattutto per il direttore generale Saponaro che resta un esterno e che beneficia di uno stipendio superiore a quello dell’amministratore unico di Aqp (130 mila euro), come gli altri tre direttori che percepiscono uno stipendio di poco superiore a quello della Sansonetti (86 mila euro). E questo per non parlare delle consulenze, capitolo affrontato proprio qualche settimana fa.

 

Articoli correlati

Con il 64% dei voti, decolla il Minerva bis. Sperti: “un dato da cui ripartire”

Redazione

Lacarra: stasera nome o primarie

Redazione

Congresso Pd, Marra: “Non è reato appartenere ad una corrente”

Redazione

Taranto, ex Ilva Iaia e Picchetto, nessun passo indietro

Redazione

Quinto: “Da giovane organizzai il gruppo leccese per Aldo Moro”

Redazione

La Camera discute sulla morte del militare salentino

Redazione