Cronaca

La battaglia dei parcheggi allo stadio. Barone: “Voglio solo salvare il calcio”

GALLIPOLI- Era lì già alle 8,30 del mattino il presidente del Gallipoli Marcello Barone. Uno striscione affisso dai tifosi lo ha preceduto e parla chiaro. Sono tutti dalla stessa parte: lo stadio non si tocca. La vicenda è presto spiegata: per lo stadio comunale Antonio Bianco, la società paga un canone di circa 1.200 euro al mese e l’affitto comprende tutta la struttura, cioè anche il grande piazzale antistadio, utilizzato per la sosta dei pullman e delle auto di dirigenti e giocatori. A quel prezzo, la gestione garantisce i servizi di manutenzione, pulizia e guardiania.

Il 3 luglio scorso il comune di Gallipoli ha formalmente comunicato alla società di volersi riappropriare dell’area in questione per cederla a SIS, la società che si occupa dei parcheggia pagamento -per farne, appunto, un grande parcheggio. Ma Barone, imprenditore titolare dell’omonimo caseificio, non ci sta: “Sono stato completamente abbandonato dal comune, che mi aveva promesso sostegno per consentirmi di salvare il calcio gallipolino. Non solo non è stato fatto nulla, ma ora ci tolgono anche qualcosa”.

Il riferimento è al fatto che sostenere un campionato mantenendo la squadra in Eccellenza, costa dai 250 ai 300mila euro e Barone, da solo, non ce la fa. Per questo, cinque mesi fa ha protocollato una richiesta ufficiale di sostegno, in cui chiedeva all’amministrazione comunale di dargli una mano a cercare altri imprenditori interessati a sostenere la squadra. Inoltre il presidente ha chiesto che fosse legalizzata l’affissione dei cartelloni pubblicitari degli sponsor e, ancora, il permesso di trasformare l’ex casa del custode -questa struttura ormai fatiscente- in un punto ristoro, che fosse al servizio dei turisti che fanno il bagno di fronte allo stadio, ma anche dei tifosi in occasione delle gare casalinghe. Modi per tirar su una barca che cola a picco nel meraviglioso mare gallipolino. Promesse che, secondo Barone, non sono state mantenute.

Ora si aprono due strade: “O iscrivo la squadra al campionato e mi sveno -dice il presidente- oppure non lo faccio e la squadra viene automaticamente radiata”.

Parole che hanno suscitato la risposta del sindaco della città bella Francesco Errico: “Se Gallipoli dovesse perdere la squadra in Eccellenza, la colpa  sarebbe esclusivamente di chi l’ha gestita sinora e non sa come fare per creare disagio all’Amministrazione Comunale. Pertanto, proprio per evitare questo finale amaro, il presidente Barone, se non ha più le motivazioni necessarie, restituisca immediatamente la squadra in maniera gratuita così come l’ha rilevata ed altrettanto immediatamente ci attiveremo per trovare un nuovo proprietario. Al presidente Barone  vorrei ricordare che con i ricatti non si va da nessuna parte”.

Ma, se davvero l’area diventasse a strisce blu, potrebbe porsi anche il problema della sicurezza durante le competizioni sportive, se si considera che il cancello dovrebbe necessariamente restare aperto h24 o essere addirittura eliminato.

Tant’è. Alla fine, Barone ha consegnato spontaneamente le chiavi dello stadio all’ingegnere comunale e non è stato più necessario l’intervento del fabbro. “Io non voglio fare alcuna guerra” -dice-. E intanto lunedì l’avvocato Saverio Sticchi Damiani presenterà un’istanza chiedendo che i diritti della società vengano tutelati.  

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