TORRE S.SUSANNA (BR) – Finisce dopo un mese l’incubo di Mohamed Abou Hashima, l’italo-egiziano di Torre S.Susanna arrestato in Libia i primi di giugno. Da lunedì è un uomo libero, finalmente lontano dal carcere di Misurata, dov’era stato condotto insieme al fratello per questioni burocratiche: il caso sembrava vicino a una soluzione già lo scorso 16 giugno, quando il console italiano riuscì a tirarlo fuori dalla cella, ottenendo la libertà vigilata.
Qualche giorno dopo una nuova batosta: il rinnovo della misura cautelare riportava Mohamed dietro le sbarre con l’accusa di immigrazione clandestina. Abou Hashima, in Libia per lavoro insieme al fratello Raft, titolare di una macelleria nel paese africano, era incappato in un controllo da parte delle forze dell’ordine. In quell’occasione, aveva esibito sia il passaporto egiziano, risultato poi scaduto, quanto quello italiano.
Una circostanza che ha insospettito la Polizia libica che, quindi, ha arrestato il 31enne e il fratello. Preoccupati, i parenti di Torre S.Susanna, hanno mobilitato l’associazione ‘Nessuno Tocchi Caino’ che ha stabilito i primi contatti con il console italiano a Tripoli, Pier Luigi d’Elia. Il timore era che il regime carcerario libico fosse troppo duro, come riferito dal giovane al suocero nel corso di una telefonata.
Ora a Torre è tornato il sereno: Mohamed ha chiamato in lacrime la moglie Annita e il filgio Alì di 4 anni: “Sono libero, sono al sicuro, presto tornerò a casa. Grazie a tutti”.