BARI – L’ufficialità è arrivata alle 6 del mattino: da Baku, capitale dell’ Azerbaijan, il Consorzio di Shah Deniz ha confermato che il progetto Trans Adriatic Pipeline è stato scelto per il trasporto del gas verso l’Europa.
Tradotto, significa che il Salento, la spiaggia di San Foca in particolare, sarà un segmento obbligato del corridoio sud, che, attraverso Turchia, Grecia, Albania e Puglia, farà convogliare qui l’oro azzurro del Medio Oriente.
Partita geopolitica strategica per Italia ed Europa, visto che ci si potrebbe liberare una volta per tutte, dall’influenza della Russia e di Gazprom. “La scelta conferma che TAP è il progetto di gasdotto economicamente e tecnicamente più avanzato per il trasporto del gas azero in Europa”, dice un entusiasta Kjetil Tungland, managing director di TAP. Da Roma a Bruxelles piovono commenti carichi di soddisfazione: quello dei ministri agli Esteri e allo Sviluppo economico, Emma Bonino e Flavio Zanonato, fino al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso che ha definito la vittoria di TAP “una pietra miliare nel rafforzamento della sicurezza energetica della nostra unione”.
Davide contro Golia: su quella partita da 16 miliardi di metri cubi di gas, da attivare a partire dal 2019, si sorvola infatti sulla posizione del territorio e di buona parte delle comunità locali che a quel mega progetto, anche attraverso delibere di Consigli comunali, hanno opposto un fermo ‘no’.
‘No’ che, tuttavia, oggi viene ribadito con forza solo dai Comuni di Melendugno e Vernole. Tace la Regione Puglia. O meglio, tace l’assessore al ramo Lorenzo Nicastro, solitamente agguerrito sul tema, ma per il quale oggi “non sarebbe opportuno esprimersi prima della pronuncia del Comitato via regionale”, il quale dovrà esplicitare la propria posizione entro l’estate, per poi consegnarla nelle mani del Ministero.
Un silenzio che comincia ad avere il sapore della retromarcia, dopo il parere negativo rilasciato a settembre scorso e superato dal nuovo progetto, ora al vaglio, presentato da TAP. Certo, qualche dubbio, più di qualche dubbio, sul cambio di rotta della Regione sembra maturare dopo le poche dichiarazioni rilasciate da Vendola al Corriere del Mezzogiorno, su cui ha affermato che “il progetto debba essere condiviso dalle popolazioni e che per la Puglia ci siano compensazioni. Ci aspettiamo – ha aggiunto – che le comunità locali vengano ascoltate e che con loro vengano risolti i problemi che si dovessero manifestare”.
Insomma, la Regione si sfila e rimanda la patata bollente a Melendugno, che sembra essere lasciata sola. È per questo che il Comitato No TAP richiamano l’attenzione del governatore: “Ci ascolti – dicono – e si faccia promotore di un incontro tra la multinazionale e i portatori di interesse locali, visto che finora non hanno voluto parlarci”.