Cronaca

Scontri allo stadio 40 anni fa, una ferita ancora aperta

LECCE  –  Queste immagini hanno indignato un’intera città. Ma l’invasione di campo e poi le violenze inaudite alla fine della partita Lecce-Carpi nel ‘Via del Mare’ nel cuore di questa signora leccese che da casa guardava la televisione hanno risvegliato un dolore con il quale in quarant’ anni ha dovuto imparare a convivere.

Ci sono volte in cui la violenza negli stadi provoca ferite non solo fisiche, ma rovina le famiglie e cambia per sempre il corso delle cose.

Francesco Malorgio il papà di Patrizia, 40 anni fa è morto in conseguenza della violenza inaudita dei tifosi dell’Avellino. Lui aveva seguito la sua squadra, il Lecce, in trasferta insieme ad altri tifosi, aggrediti, pestati, presi a sassate dagli avversari.

Aveva 42 anni e il suo cuore non ha retto. Nel pullman, sulla via del ritorno, ha avuto un infarto. È morto qualche ora più tardi nel suo letto, davanti agli occhi della figlia che all’epoca aveva 10 anni e della giovane moglie.

Piccoli ritagli di giornale e fotografie di giorni felici sono ciò che rimane di una famiglia che per una violenza inaudita e gratuita ha dovuto fare i conti da quel momento con la solitudine e l’isolamento. I responsabili di quelle violenze che hanno spaccato in due il cuore di Francesco non sono mai stati individuati e per quella morte nessuno ha pagato.

Alla famiglia era stato promesso anche un aiuto economico: l’incasso della successiva partita del leccese, era stato annunciato, sarebbe stato devoluto a loro, ma il denaro non è mai arrivato.

Nonostante questo, Patrizia va avanti e continua ad amare e a seguire i colori giallorossi, nel ricordo di suo padre che se oggi fosse qui, sarebbe un tifoso, anche lui.

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