Cronaca

Paradosso morfologica: più lunga la lista d’attesa della gravidanza

CASARANO (LE)  –  Prima nasce il bambino e poi si può eseguire l’esame. Un paradosso che sa di azzeramento dei diritti per le donne in gravidanza. Per sottoporsi all’esame morfologico  infatti le donne incinte  nella gran parte dei casi, sono costrette ad aspettare tra i 4 e i cinque mesi.

Praticamente, a gravidanza già conclusa. La denuncia arriva dal Tribunale dei diritti del Malato di Casarano, al quale si è rivolta a metà maggio, la signora R.B., di Matino, in stato interessante al 5° mese. Avrebbe dovuto effettuare l’esame, come da prescrizione medica, entro la fine di maggio. Per giorni ha cercato di prenotare tramite il CUP, ma senza risultato. Poi, si è recata personalmente al ‘Ferrari’ dove, però, le è stato detto di tornare ad agosto. Al ‘Sacro Cuore’ di Gallipoli non le hanno dato data disponibile. Altrove, è stata rimandata a settembre.

“Una lista d’attesa ingiusta”, secondo la futura neo mamma, poichè la morfologica dev’essere eseguita entro un tempo ben determinato, la 23^ settimana di gestazione, visto che serve a studiare la morfologia del feto ed escludere l’eventuale presenza di malformazioni. E’ un esame utile per scoprire eventuali anomalie, per le quali la legge italiana prevede anche la possibilità di scegliere l’interruzione volontaria di gravidanza fino alla 24^ settimana.

Un diritto che si può avere solo pagando. Anche quando, come nel caso della signora di Matino, si è alle prese con gravidanze difficili e continue minacce d’aborto. E così è. Eccola la fattura rilasciata, quando viene rilasciata, da un laboratorio privato. Per quello stesso esame, che dovrebbe essere gratuito e garantito dal servizio sanitario nazionale, si sborsano tra i 120 e i 150 €.

“Uno scandalo – attacca Anna Maria De Filippi, presidente del Tribunale dei diritti del Malato -. Siamo venuti a conoscenza di questo assurdo meccanismo dopo la segnalazione della signora e abbiamo interessato sia la Direzione generale della ASL che la Regione Puglia”.

I volontari del Tribunale del Malato infatti, hanno effettuato un capillare monitoraggio e hanno appurato che presso gli Ospedali di Casarano, Gallipoli, Lecce e Scorrano, appunto, l’ecografia può essere eseguita solo a partire da settembre. Anche perchè manca spesso l’informazione a monte da parte dei ginecologi di fiducia, che dovrebbero quantomeno pre-allertare delle lunghe liste d’attesa già durante la prima visita.

La protesta non tarda ad arrivare. Con un apposito modulo, creato appositamente, le gestanti hanno iniziato a chiedere il rimborso dell’esame eseguito a pagamento ad ASL e Regione. Quando il diritto non si tutela in un modo, lo si deve fare in un altro.

 

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