Cronaca

Bufera Università, dal concorso sospetto alle registrazioni, ad ottobre le prime ombre

LECCE  –  Un concorso nel settore amministrativo per 3 posti da dipendente scatena la bufera: è questo il primo step che solleva il polverone che da lì a poco coinvolgerà i vertici dell’Università del Salento e getterà ombre scure sulla sua gestione.

Il primo a sollevare le accuse è il deputato PDL, Alfredo Mantovano, e con lui 54 parlamentari che sottoscrivono un’interpellanza urgente con cui si sollecitano Ministero dell’Istruzione e della Funzione pubblica a un’ispezione.  

Fu Emilio Miccolis, 51 anni, barese, nominato direttore generale nel maggio 2012 dal Consiglio d’Amministrazione su proposta del rettore, ad annullare il concorso come autotutela dopo aver aperto i plichi ed aver verificato, a suo dire, delle evidenti copiature da internet nei compiti dei vincitori, Anna Chiara Gentile e Giovanni De Benedetto. Una decisione contro la quale arriva il ricorso alla giustizia amministrativa. Il TAR dà loro ragione: nessun funzionario, si legge nelle motivazioni, può sostituirsi a una commissione giudicante.

Forte dell’appoggio del rettore Domenico Laforgia, Miccolis ha sempre difeso la sua decisione in nome di una trasparenza sulla quale ha forti dubbi.

Manfredi De Pascalis, responsabile dell’ufficio reclutamento, che dimostra i suoi sospetti denunciando una persecuzione nei suoi confronti. 

Ad ottobre De Pascalis, esponente della CGIL, consegna alla stampa prima e in Procura poi le registrazioni di un colloquio intercorso qualche mese prima tra lui e il direttore generale: un colloquio che prova come Miccolis, tenti di corrompere De Pascalis proponendogli un avanzamento di carriera a patto di starsene buono e al suo posto sino al 2016 (anno di scadenza del mandato da direttore generale). In cambio Miccolis avrebbe ritirato la querela per diffamazione sporta nei confronti di De Pascalis nell’aprile del 2010.

Le conversazioni sono pesanti e gettano un’ombra nera sull’intero operato dell’Università e sulle scelte strategiche dei suoi vertici. Il rettore sospende Miccolis. Lui si dimette, per poi ripensarci con un ricorso al TAR di reintegro e un risarcimento di 600.000 €, che viene rigettato.

Dalla Procura si accendono i riflettori sulla vicenda e sul tavolo dei pm inquirenti continuano ad arrivare nuove carte. nelle mani dei magistrati  arrivata un’altra denuncia con 70 allegati cartacei e 20 allegati audio con le registrazioni delle conversazioni tra Miccolis e Tiziano Margiotta, dipendente dell’Ateneo e sindacalista della UIL che avrebbe ricevuto proposte di promozioni e trasferimenti se avesse “aggiustato il tiro” nei confronti dell’Amministrazione, diffondendo comunicati in favore della gestione dell’Ateneo.

Miccolis finisce nel registro degli indagati con l’accusa di tentata concussione. La Procura gli sequestra il computer con tutta la memoria informatica che viene passata al setaccio. Nel mirino finiscono anche alcuni brevetti e finanziamenti ottenuti dall’Università del Salento attraverso l’ARTI, con sede a Bari. Questione della quale si è occupata, in tempi non sospetti, la trasmissione ‘L’Indiano’ di TeleRama.

È da qui che potrebbero arrivare nuove sorprese e nuovi colpi di scena.

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