COLLEMETO (LE) – Sono arrabbiati i familiari di Giampiero Murinu, l’agricoltore di Collemeto assassinato il 2 giugno di un anno fa, nelle campagne davanti alla sua abitazione. All’indomani della scarcerazione del presunto assassino, Diego Alfieri, per scadenza dei termini di custodia cautelare trascorsa in carcere prima e ai domiciliari poi, padre, matrigna e sorelle, assistiti dall’avvocato Donato Mellone, si dicono indignati.
Chiedono che si dia un’accelerata alle indagini e che si chiarisca la responsabilità della moglie della vittima, Katia Valiani, finita nel registro degli indagati con l’accusa di porto abusivo di arma da fuoco. Sarebbe stata lei, secondo quanto ha sin dal primo momento sostenuto la difesa di Alfieri, rappresentata dagli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna, ad armare la mano dell’assassino.
Vogliono chiarezza. Vogliono avere la possibilità di vedere i nipotini, che non possono incontrare da quando Murinu è stato ucciso.
Resta un grande vuoto. Quello lasciato da un figlio, un fratello che dicono: “Non sarebbe dovuto morire così. Come un cane. Colpito alle spalle, anche dalle persone a cui voleva bene”.