Cronaca

Scacco alla banda delle rapine violente, 4 arresti a Copertino

COPERTINO  (LE)   –   La particolarità delle due rapine che nei mesi scorsi avevano destato forte allarme sociale a Copertino era stata l’efferatezza. I titolari dei due esercizi commerciali svaligiati, il supermercato ‘Dico’ e poi la gioielleria ‘De Lumè’, a Copertino, era stati sequestrati, tenuti in ostaggio sotto lo scacco delle armi, costretti non certo con le buone maniere a rivelare i codici delle casseforti e a farsi consegnare le chiavi.

I due colpi il 9 gennaio e poi il 3 febbraio. In entrambi i casi le vittime che arrivavano da Carmiano erano state intercettate sulla Carmiano-Copertino, prima di giungere a destinazione. Erano state affiancate dall’auto con i banditi, costrette a scendere, incappucciate e portate in un casolare abbandonato nei paraggi, in località Olmo, da cui prende il nome l’operazione dei carabinieri della Compagnia di Gallipoli che al comando del capitano Michele Maselli hanno arrestato all’alba 4 persone, i 4 presunti membri  della banda, tutti di Copertino: Gianluca Calabrese, Riccardo Andrea Frisenda, Mirco D’Adamo e Cosimo Salvatore Suppressa, tra i 25 e i 26 anni.

Mentre due di loro raggiungevano il supermercato e la gioielleria per svaligiarli, un complice rimaneva con l’ostaggio in attesa che l’operazione andasse a buon fine, poi lo liberavano. Non è stato facile individuare la banda: l’ostaggio incappucciato per tutto il tempo non aveva la possibilità di fornire elementi sufficienti, ma alcuni dettagli sono stati importanti: un grosso orologio al polso di uno di loro, l’altezza di uno, oltre un metro e 90, poi le auto usate ritrovate bruciate e soprattutto le immagini registrate dalle telecamere al ‘Dico’.

Le indagini tradizionali durate alcuni mesi hanno poi portato agli arresti: importantissima l’accurata conoscenza del territorio da parte del luogotenente Giannuzzi, al comando delle Tenenza di Copertino che ha permesso di individuare con successive intercettazioni e servizi di osservazione, i 4 banditi. “Perche è molto più semplice – ha sottolineato il colonnello Ferla – individuare l’autore di un omicidio, per il quale c’è sempre un movente, che gli autori di rapine, dove il movente  è sempre il denaro”.

 

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