CronacaEconomia

Ausili sanitari, lo spreco di un ‘vuoto a perdere’ milionario

LECCE  –   Un vuoto a perdere da capogiro. In un anno, nella sola ASL di Lecce, è di almeno 7 milioni di euro. Uno spreco in piena regola e che viaggia sotto coperta. È quello per l’acquisto degli ausili sanitari: sedie a rotelle, letti articolati, deambulatori, materassi per il decubito.

Tutto quel materiale per l’assistenza domiciliare che solo in rarissimi casi si recupera. E questo perchè manca una legge regionale che regolamenti il riutilizzo. Una leggerezza o un cortocircuito che massacra le casse pubbliche, ma che alimenta un mercato milionario delle poche aziende che sul territorio provvedono alle forniture di materiale protesico.

I dati forniti dallUfficio Bilancio della ASL di Lecce sono da vertigine: nel 2011 sono stati spesi 7.316.119 €. Spesa lievitata lo scorso anno a 7.805.458 €.

Un fiume di soldi di cui torna indietro, annualmente, non più di mezzo milione di euro, stando alle stime fatte dal Dipartimento di riabilitazione di via Miglietta. Il nodo è nel tallone d’achille della normativa: il Decreto Ministeriale 332 del 1999, vale a dire il nomenclatore tariffario, prevede che l’ausilio venga dato in proprietà e non in comodato d’uso.

Tuttavia, nel frattempo, le Regioni avrebbero potuto modificare questa norma, prevedendo che le forniture protesiche riutilizzabili debbano essere riconsegnate ai distretti quando non servono più. Alcune lo hanno fatto. Lombardia e Veneto, ad esempio. La Regione Puglia no. E così gli ausili rimangono alle famiglie, anche quando i pazienti non sono più in vita o guariscono.

In alcuni distretti sociosanitari, soprattutto nell’area della vecchia ASL LE2, dove era stata emanata una disposizione apposita, la restituzione avviene più spesso. Il materiale riutilizzabile, soprattutto letti, carrozzine, deambulatori, vengono sanificati e rimessi in circolo, consegnati ad altri degenti.

Ma, è bene chiarirlo, tutto ciò rimane relegato ad una buona prassi non vincolante. Nulla di più. Eppure, sarebbe l’uovo di Colombo. Solo nel distretto di Maglie, in questo modo, sono stati risparmiati 60.000 € lo scorso anno. Quasi mezzo milione di euro nel resto della provincia, dove a fare da ariete, si diceva, sono gli ambiti del sud Salento: Gagliano del Capo, Poggiardo, Galatina. Nel nord Salento, invece, il maggiore affanno con dati prossimi allo zero nel distretto di Campi salentina, ad esempio.

“Certo, il riciclo del 50% degli ausili si perde, perchè non riutilizzabile per forza di cose. È il caso dei materassi da decubito – spiega il Dirigente dell’area riabilitazione Franco Farì -. Ma il restante 50% si potrebbe recuperare in estrema economia, se il settore venisse correttamente normato”.

Anche perchè si tratta di forniture dai costi sostanziosi: 450 € per una sedia a rotelle pieghevole, 180 per i deambulatori, 232 per i letti, 500 per i sollevatori oleodinamici. Ecco perchè, in ogni caso, recuperando, ci sarebbe guadagno, anche dovendo affidare all’esterno la sanificazione. Un risparmio che ci potrebbe essere anche nel caso in cui fosse la asl ad acquistare direttamente gli ausili, bypassando i fornitori intermedi. Un’ovvietà. A meno che non si voglia continuare a ingozzare il business dei privati.

 

 

 

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