Cronaca

Posidonia a San Cataldo, la promessa del Comune: “Via entro l’estate”

SAN CATALDO (LE)   –    La previsione è ottimistica: gli accumuli di Posidonia lungo la darsena di San Cataldo spariranno entro l’inizio della stagione estiva. A ipotizzare i tempi, è l’Ufficio Ambiente del Comune di Lecce che dalla fine del 2010 ha in mano la gestione delle montagne di alghe dragate nel canale di sbocco del porticciolo.

Una patata bollente figlia del sequestro che, nel 2008, ha portato il NOE ad apporre i sigilli a tre aree, di cui due terreni privati poi bonificati e, appunto, le zone comunali che costeggiano il canale. L’intervento è atteso da allora e invece i cumuli di alghe, impastate a sabbia e ad altro, aumentano ad ogni stagione.

Ancora fermo il progetto che dovrebbe consentire il loro impiego per il ripascimento e la ricostituzione delle dune compromesse dal passaggio di truppe e carri armati nell’area militare di Torre Veneri. L’ultima Conferenza di servizi si è tenuta il 18 gennaio scorso, il progetto definitivo è stato approvato in giunta il mese scorso e ha superato tutti gli sbarramenti, tranne uno che ancora si attende: il nulla osta da parte del Comando regionale dell’Esercito Italiano a Bari. È lo scoglio da superare.

Il via libera è atteso nei prossimi giorni, sempre se arriverà. Altrimenti, la Posidonia continuerà a rimanere lì, a formare una letterale discarica a cielo aperto, visto che è assimilata a Rifiuti Solidi Urbani che, se non impiegati in maniera ecologica contro l’erosione delle spiagge, andrebbero smaltiti in apposite discariche.

Ma perchè un progetto da 80.000 €, elaborato di concerto con l’Università del Salento, è destinato alla ricostituzione di un cordone dunale non di una spiaggia libera ma di un’area oggettivamente inaccessibile quale quella del Poligono di Frigole?

“Se impiegassimo quelle alghe su zone dove c’è un via vai di gente, il loro passaggio danneggerebbe la sperimentazione – si giustifica Fernando Bonocuore, Dirigente del Settore Ambiente di Palazzo Carafa -. Se a Torre Veneri si vedranno risultati, allora si applicherà lo stesso metodo sulle aree libere”.

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