TARANTO – Referendum Ilva, niente quorum. Vota solo una piccola fetta della città. E mentre si vota, nelle ore in cui i seggi sono aperti per scegliere se chiudere l’Ilva o chiuderne solo una parte, i tarantini hanno letteralmente invaso le pagine Facebook degli ambientalisti.
Voce di quella piccola fetta, che proprio piccola non è. Voce di 30.000 persone.
“Ho votato SI, e mi hanno accompagnato come nelle manifestazioni i miei due figli di 4 e 9 anni, all’uscita dal seggio, mio figlio grande mi ha detto GRAZIE PAPÀ” è solo uno dei messaggi lasciati sulla bacheca di Fabio Matacchiera, Presidente del Fondo Antidiossina onlus, capofila della battaglia ambientalista.
“Ho votato anche io e quando sono tornato a casa ho chiamato i miei due bambini e mentre li abbracciavo ho detto che papà aveva votato SI” e ancora, tanti gli operai che hanno detto la loro: “Ho visto morire tanti miei colleghi. Vorrei una fabbrica pulita. Sono andato a votare senza mia moglie che è morte l’anno scorso per un cancro al fegato”.
Questa è la parte che ha espresso il suo ‘sì’. La parte da cui intendono ripartire gli ambientalisti. E lo stesso Nicola Russo, promotore del referendum e Presidente del Comitato Taranto Futura.
Dall’altra, ci sono stati i ‘no’ di chi ha difeso, su tutto, il diritto al lavoro.
Ed, infine, c’è chi non ha proprio votato.
Si è recato alle urne invece, di buon mattino, il Sindaco – e Pediatra – Ezio Stefàno: “Il referendum ha avuto questo esito – spiega – perchè i tarantini hanno ritenuto di non votare fidandosi pienamente del lavoro che Istituzioni e Magistratura stanno svolgendo, verso la ambientalizzazione. E di certo della difesa di entrambi i diritti per la salute ed il lavoro”.