CronacaEconomia

Eolico a Borgagne, dall’impresa addio con polemica

BORGAGNE (LE)  –   Il progetto del parco eolico di Melendugno è morto ancora prima di nascere:a mettere una pietra tombale (è il caso di dirlo) sul mega impianto eolico progettato tra gli ulivi secolari di Borgagne è la stessa impresa che l’ha progettato, la TG Energie Rinnovabili srl, per bocca del suo Vicepresidente, il salentino Giuseppe Calò.

Che, però, non perde l’occasione per polemizzare con la politica e anche con il mondo dell’informazione – a suo avviso ostile alle energie alternative e causa della povertà del Salento  .

Ma andiamo con ordine.

Nei giorni scorsi, l’Ufficio Ambiente della Provincia di Lecce ha emanato una determina con la quale il Dirigente, Dario Corsini, decideva di sottoporre a Valutazione d’Impatto Ambientale il progetto della TG, presentato nel 2010: grande preoccupazione a Melendugno e nel mondo ambientalista, per l’idea del mega impianto eolico da 54 megawatt, progettato nella vallata che da Borgagne porta al mare.

Ma a sconfessarlo, con una polemica nota, è la stessa TG: “Si tratta di un progetto – spiega Calò – presentato tre anni fa ed abbandonato subito dopo a causa di un ennesimo mutamento del quadro normativo”. E la determina della Provincia di Lecce, rilasciata dopo quasi tre anni dalla presentazione dell’istanza di verifica di assoggettabilità a VIA, rappresenta un’evidenza emblematica delle difficoltà che incontrano gli enti locali nel districarsi tra i meandri di un labirinto normativo quasi demenziale.

Ma Calò non attacca solo la ‘selva’ di leggi e norme spesso in mutamento in materia, ma anche l’atteggiamento dell’informazione nei confronti delle rinnovabili. “Siamo stanchi di essere dipinti – scrive Calò – come saccheggiatori del territorio e profittatori senza scrupoli che mirano a devastare il paesaggio del Salento, per far confluire soldi e ricchezza nelle casse di società del nord Italia”.

Questo lo sfogo del Vicepresidente della TG Energie Rinnovabili srl. Uno sfogo al quale una risposta s’impone; l’assetto societario dell’impresa è evidente e desumibile anche dal sito internet: il quartier generale è localizzato a Mezzano di Ravenna, mentre vi è un ufficio operativo a Cavallino in provincia di Lecce. Tra l’altro la stessa località, Cavallino, nella quale la TG aveva progettato la mega centrale a biomasse da 35 megawatt a Cavallino, poi bocciata da Amministrazioni locali e Regione Puglia.

Insomma, è un fatto che l’impresa che aveva progettato l’impianto eolico di Borgagne abbia un braccio nel sud Italia, ma la testa nel nord Italiaa Ravenna vi è il quartier generale, a Ravenna abita la famiglia Tozzi che ne detiene la proprietà, a Ravenna – presumibilmente – paga le tasse la TG. Tasse sui proventi di progetti realizzati nel sud Italia, anche nel Salento.

Progetti come quello presentato per realizzare un impianto a Borgagne di Melendugno: in quel progetto, 18 torri eoliche da 3 megawatt alte circa 100 metri, ciascuna con un basamento in cemento armato di 16 metri di lato. Il tutto nelle campagne di Borgagne, tutelate da un apposito vincolo paesaggistico, anche perchè le torri d’acciaio sarebbero state visibili dalle spiagge di Torre dell’Orso, Sant’Andrea, Alimini… insomma da alcune delle punte di diamante dell’economia balneare salentina.

Impianti industriali – ai quali, una volta costruiti, per vent’anni non lavorerà nessuno – che i vacanzieri avrebbero, per così dire, ammirato dal bagnasciuga. Magari decidendo, l’anno dopo, che era tempo di cambiare destinazione visto che il Salento non era più così incontaminato e il suo paesaggio non era più così puro come un tempo. Con tanti saluti all’unica economia che ancora tira, da queste parti: quella del turismo.

E ancora si stupisce, il Professor Calò che non alle energie rinnovabili in genere, ma a progetti così devastanti l’informazione in generale e TeleRama, in particolare, muovano critiche?

All’opinione pubblica la risposta.

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