Cronaca

Discariche: via libera a Corigliano, Ugento verso l’emergenza

CORIGLIANO D’OTRANTO (LE)   –  Arriva dal Consiglio di Stato l’imprimatur alla discarica di Corigliano: cade anche l’ultimo corso, ufficialmente l’impianto si può fare. Intanto però sono fermi i lavori per la sua costruzione, mentre Ugento minaccia di chiudere le porte della sua discarica alla spazzatura dell’ATO Lecce 2.

Ma andiamo con ordine: la notizia delle ultime ore è la sentenza con la quale il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso d’appello proposto dalle associazioni  – Federconsumatori, Cittadinanza Attiva, Associazione Sud – insieme ai Comuni di Melpignano, Soleto, Zollino e Castrignano dei Greci che avevano impugnato la deroga al ‘Piano regionale di tutela delle acque’ che consentiva di costruire la discarica anche a pochissima distanza dai punti di captazione della falda tramite i quali l’Acquedotto Pugliese rifornisce gran parte dei rubinetti salentini.

I Giudici Amministrativi romani hanno quindi dato ragione alla Cogeam, difesa dagli Avvocati Pietro e Antonio Quinto, che aveva sostenuto che non si poteva più fare marcia indietro sulla discarica, che tra l’altro era stata ridimensionata nelle volumetrie e anche nella destinazione: non più discarica di soccorso  – dove conferire anche rifiuti “tal quali” – ma solo discarica di servizio – nella quale scaricare rifiuti trattati e resi meno nocivi -.

“Il Consiglio di Stato – commenta l’Avvocato Quinto – dice in sostanza che la discarica di Corigliano, posta ad un chilometro dai punti di captazione dell’acqua, non possa arrecare alcun nocumento alla falda”.

Il via libera del Consiglio di Stato, però, arriva mentre i lavori sono fermi. A bloccarli è stata un’ordinanza del Sindaco Ada Fiore, dopo il ritrovamento nel cantiere della nuova discarica di pozze d’acqua putrida, probabilmente percolato proveniente dalla vecchia discarica, attigua alla nuova. Fino a quando non si avranno certezze sulla natura del liquido, ritrovato ormai a metà di febbraio e per il quale si aspettano ancora i risultati delle analisi dell’ARPA, i lavori non ripartiranno.

E, intanto, ritorna ad affacciarsi lo spettro dell’emergenza rifiuti. Il motivo è semplice: non essendo pronta la struttura di Corigliano, l’ATO Lecce 2 non dispone tutt’ora di una discarica riservata ai suoi 46 Comuni, che quindi conferiscono i rifiuti – dopo la biostabilizzazione a Poggiardo – nella discarica di Ugento, che in teoria era nata per accogliere la spazzatura dell’ATO Lecce 3 e in pratica sta lavorando per il triplo della popolazione.

Il che significa ovviamente che la discarica Burgesi, di questo passo, rischia di esaurirsi presto, molto prima del previsto. Tanto più che nell’ATO Lecce 2 si avvicina l’estate, cioè il periodo di massima produzione di rifiuti a causa dei grandi flussi turistici di Gallipoli e Otranto. Ed ecco perchè la minaccia che viene da Ugento è quella di non accettare più i rifiuti dell’ATO Lecce 2 già a partire da maggio: significherebbe che l’emergenza da spettro a lungo evocato, si materializzerebbe per le strade della provincia di Lecce.

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