CASARANO (LE) – La Iris Sud prepara la richiesta di facoltà d’uso per i capannoni e i macchinari: e nel frattempo i 200 operai – tra azienda e indotto – rimangono col fiato sospeso. Nelle scorse ore, è tornata nel Salento Silvia Perico, Amministratrice dell’azienda e tra i 7 indagati per l’operazione ‘Old Machine’, che ieri ha portato 60 uomini della Guardia di Finanza di Bari a sguinzagliarsi tra Casarano e il resto d’Italia per apporre i sigilli non solo all’impero dei Filograna, ma anche alla Iris Sud, gemmazione locale della Iris, impresa proveniente dalla Riviera del Brenta.
“Noi siamo tranquilli e sereni di quello che abbiamo fatto, per cui intendiamo chiedere il dissequestro – spiega Giuseppe Baiardo, anch’egli Amministratore dell’impresa e tra gli iscritti sul registro degli indagati – sarà poi il Giudice a dirci cosa dobbiamo fare per ottenere la facoltà d’uso e noi ottempereremo senza battere ciglio”.
Dall’impresa correggono poi al rialzo le stime dei lavoratori coinvolti nella Iris Sud: sono 90 i dipendenti diretti dell’azienda, ma 110 i dipendenti delle imprese che lavorano in conto terzi o nell’indotto della Iris. Anche per questi numeri la preoccupazione è altissima nella politica non solo locale e nel sindacato: la cassa integrazione è una delle possibilità per ammortizzare questo periodo di fermo della produzione, ma il problema che il sindacato solleva è – ovviamente – la prospettiva.
Una preoccupazione che viene ripresa anche dalla deputata del PD – e sindacalista del TAC, anche a Casarano – Teresa Bellanova: da un lato esprime il suo totale rispetto per il lavoro della Magistratura, dall’altro lato la Bellanova esprime la speranza che si riesca a trovare un percorso alternativo al blocco della produzione. “Il rischio enorme – spiega la deputata – è che il peso di eventuali violazioni della legge finisca per ricadere sulle spalle dei lavoratori”.