Cronaca

Fotovoltaico irregolare, il TAR segna la svolta

SA DONACI (BR)   –    E’ la breccia più ampia nel ‘sistema’ fotovoltaico, non solo a San Donaci, ma nell’intera Puglia. Forse il precedente che potrà fare scuola e scardinare quel gioco a tetris che ha incastrato milioni di pannelli di silicio sui terreni del Salento, specie nel brindisino e nel leccese

È la sentenza, anzi, la rete delle 5 sentenze gemelle, con cui il TAR di Lecce ha inaugurato questa primavera, lo scorso 21 marzo.

A due anni esatti dal sequestro degli impianti, dai sigilli su 60.000 mq apposti dai Carabinieri del NOE su quei beni da 30 milioni di euro, il Tribunale Amministrativo ha confermato l’annullamento in autotutela delle DIA rilasciate nel 2007 alle 5 società Ecopower IV, Mt 2007 III srl, Photos II srl, Geos srl, Girasole II srl, tutte facenti parte della galassia del Globar Solar Fund, il gruppo di investimenti lussemburghese coinvolto nello scandalo degli schiavi del sole.

Le centrali in Contrada ‘Monticello’, tra l’altro, sono le stesse su cui, il 28 gennaio scorso, per la prima volta, è stata disposta la disconnessione dalla rete elettrica, provvedimento voluto dal Procuratore Aggiunto Nicolangelo Ghizzardi.

La Procura, infatti, aveva portato a galla il puzzle: 5 impianti, della potenza di poco meno di 1 mw, era stati costruiti tutti “su un’area agricola appartenente alla medesima società”, pur essendo stati presentati, i progetti, da 5 srl diverse. Il frazionamento ha avuto il chiaro intento di bypassare la normativa regionale che per impianti fotovoltaici superiori al mw imponeva la procedura, molto più lunga e complessa, dell’Autorizzazione Unica Regionale, anzichè della semplice DIA. È di fronte a ciò che il Comune, il 25 giugno scorso, ha annullato le autorizzazioni. Il ricorso delle società, volto a riportare in vita quelle dia, è stato bocciato. Ma la mazzata arrivata da via Rubichi, si diceva, non ha precedenti, perchè fissa un principio molto netto: non si può eludere la normativa che prevede l’Autorizzazione Unica a livello regionale per gli impianti superiori ad 1 mw, frazionando artificiosamente l’intervento, perchè questo incide sulla tutela dell’ambiente e del paesaggio.

Il Comune di San Donaci, difeso dall’Avv. Pietro Quinto, ha dimostrato, infatti, che l’esercizio del’autotutela è doveroso quando vi sono stati errori di valutazione da parte della stessa Amministrazione pubblica. E il TAR, da parte sua, ha insistito sul fatto che il privato può difendere una utilità ottenuta solo sulla base di titoli idonei e, quindi, un affidamento maturato in buona fede, che in questo caso mancherebbe. Anzi, “non merita protezione l’aspirazione all’intangibilità di un vantaggio che l’interessato ha ottenuto con colpa”. Decine e decine di centrali di silicio sono state realizzate negli scorsi anni in questo modo. Potrebbe, forse, essere questo l’inizio di un tramonto. Il frutto però rimane ancora sui campi, perchè, dopo i sequestri e dopo le pronunce dei Tribunali, nelle campagne che fine faranno i cimiteri di silicio?

Articoli correlati

Piscina abusiva: scatta sequestro in uno stabilimento

Redazione

Ilva, toni aspri tra ambientalisti e Comune: Matacchiera querela Capriulo

Redazione

Con lo scooter fuori strada, 31enne in Rianimazione

Redazione

Sgombero del Ferrohotel a Brindisi, il rifugio dei senzatetto

Redazione

Precipita dall’impalcatura, muore sul colpo a Milano operaio di Torre

Redazione

Brindisi – perde il controllo dell’auto e finisce contro un palo

Redazione