BARI – La sua scelta l’ha fatta. Michele Pelillo andrà a Roma, congedandosi dalla giunta regionale. Lo fa non prima di aver ripercorso gli anni passati a rivoluzionare il bilancio della Puglia. “Ho preso un settore in condizioni difficili, lascio una Regione dai conti in ordine”.
Elenca uno ad uno le tappe che lo hanno soddisfatto di più: lo sforamento controllato del patto di stabilità, la rinegoziazione dei bond con Merril Lynch, “l’aver reso l’assessorato efficace ed efficiente”, dice. Ma non manca di sottolineare ciò che si sarebbe potuto fare: la legge sui controlli.
Il suo successore non può essere uno qualunque, assicura. Pelillo lascia intravedere a chi vorrebbe passare il testimone. Non fa nomi ma lo fa capire. “C’è una sola persona che ha le caratteristiche giuste”, dice. E questa persona, si capisce, è Leonardo Di Gioia, verso il quale non ha mai mancato di esprimere apprezzamento. Del resto è laureato in economia e commercio e revisore contabile. Di Gioia è espressione dell’area Monti verso la quale Pelillo guarda positivamente. “L’allargamento della maggioranza proposto da Vendola – sostiene – è un fatto molto positivo”.
Quanto a lui spera di essere il pontiere tra Regione e governo, figura che in passato non c’è stata. “Abbiamo bussato alle porte del Parlamento ma non ci hanno mai aperto”. Altro capitolo: i rapporti con Vendola. Sono partiti male ma finiti meglio, ammette Pelillo. “Non sono mai stato accondiscendente. Infatti non mi hanno mai definito un assessore vendoliano. Non ero come alcuni colleghi che dicono ‘si’ e pensano ‘no’.”
Ha spesso puntato i piedi, come la volta che lasciò la seduta di giunta per non votare il provvedimento sull’ENI e Tempa Rossa. Sul progetto di un esecutivo a 10 si dice dubbioso. “Troppo pochi, l’accorpamento delle deleghe forse sarebbe eccessivo. I macro assessorati non sono positivi”.
Vendola vuole una giunta da combattimento? “Da pugliese – dice Pelillo – mi accontento che sia efficace e che risolva i problemi”. Ultimo passaggio sulle dimissioni del segretario del Partito Democratico pugliese, Sergio Blasi che si discuteranno nelle prossime ore. “Non servono”, conclude. “Tenterò di dissuadere chi le proporrà”.