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Ecco il Premio Frascaro, spina nel fianco del giornalismo

LECCE    –    Tre anni fa, nei primissimi giorni di primavera del 2010, muore Michele Frascaro. Tre anni dopo, qualche giorno prima dell’inizio della primavera 2013, nasce il Premio giornalistico ‘Michele Frascaro’. Due fatti distinti e distanti, tre anni separati da dolore, rabbia e soprattutto mancanza.

La mancanza di un giornalista che non c’è più e con lui, l’assenza di una voce che racconta e orienta questo territorio nel modo radicalmente originale che Michele Frascaro aveva.

‘Giornalista delle cause perse’, lo definisce con amore Don Raffaele Bruno ad un certo punto della conferenza stampa: e nella memoria dei suoi colleghi ed amici scorrono le pagine dell’impaziente che esplorava le ramificazioni estere dell’‘Adelchi’ di Tricase, che restituiva la voce agli immigrati rinchiusi nelRegina Pacis’ di San Foca, che scavava sotto la montagna dei rifiuti dell‘ex ‘Saspi’ di Lecce, che denunciava che di lavoro a volte si muore e non si vive.

Michele Frascaro lascia innanzitutto questo, le inchieste sue e del gruppo di lavoro de ‘L’Impaziente’. E lascia anche Gloria, la sua bambina che ora ha 3 anni e gli stessi occhi acuti e sfrontati del padre. Lo stesso sguardo acuto e senza timori, necessario per investigare il territorio salentino attraverso una merce sempre più rara: l’inchiesta giornalistica.

Sono proprio le inchieste l’oggetto del Premio intitolato a quel ragazzo venuto da Supersano nel capoluogo e che nel giornalismo aveva trovato una chiave possibile per scardinare visioni consolidate, equilibri che stanno bene a tutti coloro che contano: i vertici della politica, della chiesa, delle istituzioni, dell’impresa e dello stesso giornalismo.

Perchè ‘L’Impaziente’ fu anche o forse soprattutto questo: una spina nel fianco del cosiddetto giornalismo mainstream, quello popolare dei giornali molto venduti e delle tv molto guardate. C’era chi lo ammetteva e ci collaborava, con quel bimestrale d’inchiesta. E chi lo negava, e poi magari lo copiava da cima a fondo. E quando chiuse, forse più di qualcuno tirò un sospiro di sollievo. Ora lo spirito che animava ‘L’Impaziente’ e soprattutto le sue inchieste, ha uno strumento nuovo: un Premio giornalistico, patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti regionale e nazionale e promosso dalle Manifatture Knos, dove si è svolta la conferenza stampa di presentazione.

In giuria ci sono sia giornalisti importanti – Paola Piacenza, Sara Farolfi –  che alcuni protagonisti di un certo milieu politico-culturale, che erano anche amici di Michele: l’Avvocato Marcello Petrelli  che presiede la giuria, il Professor Stefano Cristante, Don Raffaele Bruno. Per un concorso a cui possono partecipare tutti, ma che premierà le inchieste riguardati il territorio di Lecce, Brindisi e Taranto di cui siano autori giornalisti – o aspiranti tali – sotto i 35 anni. E forse, per un premio intitolato ad un giornalista scomparso a 37 anni, è giusto così.

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