CronacaEconomia

La ‘guerra santa’ di Confesercenti: stop alle aperture selvagge

LECCE   “Non è vero che le aperture domenicali fanno innalzare il PIL, nè tantomeno fanno aumentare i consumi”. Così, con lo slogan “Aperto sempre di domenica…ma anche no!”, Confesercenti Lecce dichiara guerra alla liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali che l’associazione definisce ‘selvaggia’.

Nel 2011, con il decreto ‘salva-Italia’ il potere decisionale in materia di aperture festive che era appannaggio delle Regioni è stato liberalizzato.

Nelle intenzioni, è stato fatto per incentivare i consumi da parte di chi lavora tutta la settimana. “Ma in realtà non è andata così”, dice Confesercenti.

E i dati parlano chiaro.

In questa proiezione si evidenzia quante attività chiuderebbero in provincia di Lecce tra 5 anni se le regole – anzi, in questo caso la mancanza di regole – non dovessero cambiare: perderemmo 1.109 esercizi commerciali, pari a 2.773 lavoratori in meno ed il più penalizzato sarebbe il settore ‘no food’ – dai mobili, alla ferramenta alla cartoleria -.

“Questo perchè – spiega il Direttore Antonio Schipa la liberalizzazione selvaggia fa crescere i costi delle aziende e non le vendite”.

Una politica che di fatto, schiaccia i piccoli e medi commercianti favorendo solo la grande distribuzione e che costringe mamme e papà a lavorare anche nei giorni festivi.

Per questo anche a Lecce, come in tutta Italia, parte la raccolta firme per l’iniziativa ‘Libera la domenica’. Servono 50.000 sottoscrizioni per inviare in Parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare per restituire alle Regioni – e, assieme a loro, ai Comuni-, in quanto enti più vicini al territorio, il potere decisionale.

E in questa battaglia Confesercenti può contare su autorevoli alleati: la Chiesa ed i sindacati.

Inoltre, come sottolineato dal Presidente Santese, questa è una politica che alimenta il proliferare del lavoro nero.

La Conferenza Episcopale Italiana dà il suo apporto, non solo alla luce del comandamento “ricordati di santificare le feste”, ma perchè è il riposo ad essere sacro: quello di donne e uomini che hanno il diritto di recuperare il valore più umano e sereno del lavoro ed una dimensione laica in cui vivere la domenica.

I sindacati di categoria – Filcams, Fisascat, Uiltucs ed anche Cobas che ha voluto partecipare alla conferenza –  sono d’accordo su tutta la linea: serve una contrattazione a livello territoriale per regolamentare le aperture nei giorni festivi, “O qui – dicono – si rischia di fare la guerra degli spiccioli. Il lavoro è un diritto da tutelare, insieme però a tutti gli altri valori, la famiglia in primis”.

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