Cronaca

Torcito, Finanza e Forestale in Provincia: si indaga sull’appalto

CANNOLE (LE)   –   Si allarga l’inchiesta su Masseria Torcito. Dopo l’esposto di alcuni ambientalisti sullo sbancamento e il conseguente sequestro dell’area, si indaga anche sull’aggiudicazione dei lavori.

Nei giorni scorsi, gli uomini della Forestale e del nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza si sono recati negli uffici di via Cicolella, per effettuare l’acquisizione, con ordine di esibizione da parte del Procuratore Aggiunto Ennio Cillo, delle copie in originale del bando di gara della Provincia di Lecce, quello attraverso il quale la ‘Intini Source’ si è aggiudicata la gestione del parco di Cannole per 18 anni.

Acquisiti, inoltre, gli originali del progetto preliminare stilato da Palazzo dei Celestini, oltre che di quelli definitivo ed esecutivo redatti dall’azienda di Noci.

È un accertamento complesso e a più livelli quello che la Procura di Lecce sta mettendo in piedi su Torcito. Da un lato c’è il filone di indagine sul presunto scempio ambientale e in mano al Corpo forestale, che sta passando in rassegna il piano di lavori che, almeno sulla carta, rispetterebbe tutti i vincoli paesaggistici ed è stato approvato, tra l’altro, dall’Unione dei Comuni idruntini, ovvero Cannole, Bagnolo del Salento, Cursi e Palmariggi.

Dall’altro, c’è il filone che ha richiesto il coinvolgimento delle Fiamme Gialle e relativo agli aspetti economico- finanziari legati alla gara aggiudicata per 3.535.532 €, fondi ricavati dal progetto ‘Interreg Italia- Grecia’.

Al momento, i lavori, iniziati il 15 novembre scorso e che dovrebbero terminare il 18 marzo 2014, rimangono fermi.

E questo in virtù della sospensione disposta da Comune di Cannole e Provincia di Lecce, successiva al doppio sequestro, prima del 19 gennaio e poi del 30. Il primo ha visto apporre i sigilli a tre piste forestali da 5.600 metri quadri e all’area sbancata, e poi spianata, di 2.000 mq, realizzata attraverso la distruzione della roccia affiorante e l’estirpazione di vegetazione, in difformità rispetto alla concessione edilizia rilasciata.

Il secondo sequestro, aggiuntivo e preventivo, convalidato dal GIP Vincenzo Brancato, si è allargato a 20 km di piste all’interno del parco da 230 ettari. Non è stata presentata dalla ‘Intini Source’ domanda di dissequestro, ma si sta lavorando alla redazione di un progetto di ripristino dei luoghi. I tecnici dell’azienda sono stati autorizzati all’accesso e nelle scorse ore erano sul posto per eseguire le misurazioni finalizzate agli interventi riparatori di bonifica.

Il fascicolo rimane aperto sulla scrivania dell’Aggiunto Ennio Cillo. L’accusa di abuso edilizio e deturpamento di bellezze naturali pende sulla testa di Sergio Donadonibus e Giuseppe Botta, rispettivamente liquidatore e direttore dei lavori, entrambi della ditta ‘Intini Source’.

 

 

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