LECCE – Sono passati 4 mesi dall’istanza urgentissima presentata al Tribunale dei Minori in cui si chiedeva che Lucia Bartolomeo – infermiera di Taurisano accusata di aver ucciso il marito con una dose letale di eroina – potesse rivedere la figlia 11enne. Ora è arrivato l’ok del Giudice.
Fino a settembre, la bambina – che sta bene ed è affidata allo zio paterno – incontrava la madre, detenuta nel carcere leccese di Borgo S.Nicola, una volta al mese, per un’ora e alla presenza di un operatore del consultorio di Poggiardo.
Poi è stata comunicata la sospensione degli incontri, ma – stando a quanto raccontato dalla sorella della Bartolomeo e dal legale, l’Avvocato Francesca Dell’Anna Misurale – non è mai stata spiegata la motivazione.
L’unica certezza è che, a ottobre, la Corte d’Assise d’Appello di Taranto, con l’accusa di omicidio aggravato, ha confermato l’ergastolo alla donna.
È certo anche che non si tratta di una pronuncia definitiva, almeno fino a quando non si sarà espressa la Corte di Cassazione.
A quell’istanza urgente, per fare in modo che, prima di Natale, madre e figlia potessero incontrarsi, pare non sia arrivata alcuna risposta e allora l’Avvocato ne ha presentata un’altra a fine gennaio.
Questa ha avuto una risposta positiva: all’Avvocato ed alla casa circondariale è stato comunicato il nuovo provvedimento con cui si accorda, per il mese di febbraio, il permesso di un incontro tra madre e figlia. L’Avv. Misurale, se da una parte si dice soddisfatta, dall’altra esprime amarezza per il fatto che per 4 mesi la donna non abbia potuto incontrare la bambina e soprattutto perchè, ad oggi, non si conosce ancora il motivo di tale, lunga sospensione.
Intanto, a prescindere da questo capitolo – prettamente umano – della storia, la giustizia farà il suo corso e il processo va avanti.