LECCE – Alcuni sono arrabbiati, altri stanchi. Fra loro ci sono disillusi, delusi e speranzosi. Ma qualsiasi sia il loro stato d’animo, la certezza è che non smetteranno mai di lottare. Lottare per far valere i propri diritti, lottare per essere ascoltati, lottare per non essere più trattati da cittadini di serie B.
Sono padri, figli, fratelli o personalmente colpiti da malattie o diverse abilità.
Si sono ritrovati in un pomeriggio apparentemente come tanti, per poter parlare.
Per una volta, infatti, non hanno ascoltato promesse, perché a parlare sono stati loro. A convocarli per ascoltarli, il coordinatore regionale del MIR, Paolo Pagliaro.
Ognuno di loro espressione di un’associazione o di un sindacato, ha illustrato lucidamente e drammaticamente la propria condizione e le proprie difficoltà. “Se non ci ascoltano – ha detto Vito Berti – ci sarà un nuovo olocausto. Questa volta dei disabili”.
Una dopo l’altra le associazioni hanno parlato. Hanno ricordato tutte le promesse fatte in campagna elettorale e puntualmente disattese. Hanno spiegato come sia complicata la quotidianeità.
Hanno rivendicato il più sacrosanto dei diritti. Quello alla vita. Tanto sacrosanto quanto complicato da esercitare.
Che sia una malattia, che sia una disabilità, la condizione comune è la stessa. Occorre più attenzione. Più sincerità da parte di chi può decidere.
Ad ascoltarli Paolo Pagliaro, che ha preferito ascoltare e non parlare. “Entrando nelle istituzioni – ha detto – si può cambiare ciò che per anni si è fatto dal di fuori. Con CuoreAmico, che da 11 anni interviene per colmare i vuoti”.