S.CESAREA TERME (LE) – “Cifre imprecise sul risarcimento che è, comunque, la conseguenza inevitabile di un atto dovuto”. Reagisce così la società delle Terme di Santa Cesarea dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha condannato le Terme a risarcire la ATI Edilcostruzioni per i mancati lavori nel nuovo centro termale, il cosiddetto mammoccione di Santa Cesarea.
“L’annullamento dell’appalto fu una scelta determinata dai sequestri disposti dall’Autorità Giudiziaria e dalla decisione del Ministero dello Sviluppo Economico di sospendere il contributo da 10 milioni di euro. la scelta di rinunziare all’investimento – continua Sticchi – è stata effettuata non senza avere prima tentato di utilizzare le sovvenzioni su di un altro sito, possibilità negata dal Ministero dello Sviluppo Economico”.
Ecco perchè Sticchi definisce l’annullamento dell’appalto una scelta quanto mai prudente e doverosa, avendo evitato alle Terme un danno ancora più grave di quello subito a causa della condanna al risarcimento.