Cronaca

Allagamento nastro ENEL, la Regione sapeva

BRINDISI  –  Nastri fuori uso ed esondazioni? Tornasse il maltempo, potrebbe accadere di nuovo. A prescindere dalle attribuzioni delle responsabilità, l’allagamento del nastro trasportatore della centrale ENEL ‘Federico II’ ha infatti e se non altro, avuto il merito di sollevare il problema della manutenzione dei canali che circondano la zona di Cerano.

Canali che secondo ENEL, sarebbero di competenza dell’‘Arneo’, il Consorzio che gestisce per conto della Regione Puglia l’intera rete.

Come già mostrato da alcune foto, la situazione dei canali è disastrosa. Ricoperti da rifiuti ed erbacce incolte appaiono incapaci di fronteggiare forti piogge come quelle che lo scorso 15 gennaio, portarono all’allagamento del nastro trasporta-carbone.

Quel che è certo è che tanto ENEL, quanto il consorzio erano da tempo a conoscenza del problema. Ma per evitarlo non si è fatto nulla. Il  10 ottobre 2011, fu proprio ‘Arneo’, sollecitato da mesi dalla stessa ENEL, a chiedere alla Regione con una nota, di finanziare un intervento per la manutenzione dei canali.

A distanza di un anno e con la situazione di degrado immutato, la società energetica scrive a Comune, Provincia, Consorzio e Autorità di Bacino.

E col senno di poi, la nota fa rabbrividire: “Nel rammentarvi i notevoli danni che conseguiranno alla società e alle aziende agricole della zona per le esondazioni che dovessero verificarsi, ci sembra assolutamente necessario – scrive ENEL –  fissare una riunione per valutare congiuntamente le iniziative da assumere al fine di scongiurare ogni pericolo”.

Lo scorso dicembre, l’incontro  tra Consorzio ed ENEL si è effettivamente tenuto.

Gli esiti sono stati didascalicamente riportati in un verbale da cui si evince, in primis, che l’abbandono dei canali non consente il normale deflusso delle acque piovane dai canali e in caso di piogge abbondanti, verrebbe senz’altro a determinare nuovi allagamenti degli impianti dell’ENEL, con pregiudizio della sicurezza del lavoratori operanti nelle aree interessate e relativi gravi danni alle strutture impiantistiche, come peraltro già accaduto in passato.

La società energetica sarà facile profeta.

Un mese più tardi, il diluvio del 15 gennaio provoca l’allagamento del nastro trasportatore, allarme di pericolo ambientale e problematiche inerenti l’approvvigionamento di carbone. Non entriamo nel merito di chi siano le responsabilità, ma una cosa è certa. Tutte le parti in causa, Regione, Provincia e Comune in primis, sapevano che ciò sarebbe accaduto. Noi, invece, ora sappiamo che accadrà di nuovo.

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