CronacaEconomia

Cassintegrati disperati occupano l’INPS

LECCE  –  Con l’occupazione dellINPS divampa la disperazione che covava sotto la cenere, la disperazione dei cassintegrati, a secco e senza prospettive di reimpiego. Solo il Prefetto riesce a spegnere, almeno per ora, l’incendio divampato dopo un sit in di protesta nella prima mattinata e un incontro con i dirigenti dell’INPS: gli operai cassintegrati dell’Adelchi di Tricase, della Filanto di Casarano e della Prototipo di Nardò, occupano la sede provinciale INPS di Lecce.

A far scoppiare la protesta ci sono due problemi: uno immediato e contingente, l’altro di prospettiva. Il primo è quello del ritardo nell’erogazione delle mensilità di novembre e dicembre della cassa integrazione, che i lavoratori – diverse centinaia – non hanno ancora visto nonostante si sia prossimi alla fine di gennaio.

Il secondo – e più importante – problema è quello della sorte della cassa integrazione: i lavoratori di Adelchi, Filanto e Prototipo ne hanno usufruito ampiamente negli ultimi anni.

Per questo l’Assessorato al Welfare della Regione Puglia ha dichiarato l’intenzione di porre fine alla cassa integrazione per passare alla mobilità: una posizione che ha scatenato la guerra con i sindacati e il rinvio della decisione ad un tavolo convocato per il 28 gennaio.

È questo il quadro nel quale è maturata la clamorosa manifestazione degli operai che non hanno, di fatto, alcuna possibilità di reimpiego viste le condizioni delle rispettive aziende.

È al Prefetto Giuliana Perrotta che si erano appellati i lavoratori che, infatti, hanno liberato la sede dell’INPS solo per essere trasportati in Prefettura: ecco che entrano nelle Volanti della Polizia, stavolta sulla strada non per reprimere fenomeni criminali, ma per governare una bomba sociale che ormai è sul punto di esplodere con violenza.

I cassintegrati arrivano in Prefettura e vengono ricevuti per un incontro a porte chiuse con il Prefetto Giuliana Perrotta: è lei ad assicurare che farà tutto quanto è in suo potere per cercare soluzioni immediate per l’erogazione delle mensilità arretrate e per sollecitare per delle soluzioni di prospettiva le istituzioni, ma soprattutto la Regione Puglia.

È a Bari, infatti, che si deciderà che sorte avranno questi operai: e – inevitabile sotto elezioni – matura anche la polemica.

Quella del Presidente della Provincia di Lecce Antonio Gabellone, che divulga una lettera del Direttore Regionale dell’INPS, ricevuta nelle scorse ore: “Le autorizzazioni contenute nelle delibere regionali del 21 dicembre e del 28 dicembre e inviate dalla Regione solo il 14 gennaio scorso non sono al momento gestibili, essendo esaurite le risorse finanziarie”. Significa, tradotto in parole povere, che per le mensilità di novembre e dicembre della cassa integrazione le delibere ci sono, ma i soldi no. 

“Della situazione sono stati informati per tempo l’’Assessore Regionale al Welfare Elena Gentile, il Governatore Nichi Vendola e tutti i Prefetti della Puglia”. Ma “ancora nulla è stato fatto””, conclude Gabellone.

 Il fuoco che covava sotto la cenere, che si è acquietato per qualche giorno, è pronto a divampare nuovamente fra gli operai ormai letteralmente disperati, cioè rimasti senza alcuna speranza per il futuro.

 

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