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Liste PDL in Puglia, alta tensione a Roma

Se le indiscrezioni che trapelano da via dell’Umità si riveleranno esatte, tra quattro derogati e altrettanti paracadutati le liste del PDL in Puglia risulterebbero inaccessibili agli aspiranti parlamentari. Per lo meno per tutti quelli che aveva già assaporato l’ebrezza del seggio romano.

Silvio Berlusconi blinda otto postazioni e questo a Raffaele Fitto non va affatto giù. Ma fino all’ultimo minuto possibile l’ex ministro darà battaglia per rosicchiare posti utili da poter concedere ai suoi.

Quello che emerge fino ad ora, è che le deroghe concesse sarebbero quattro – Azzollini, Bruno, Leone e Amoruso – e i prescelti da Berlusconi, Licastro, Savino, Giorgino e un’altra pedina ancora da capire. Fitto sta tentando di strappare quantomeno altre deroghe, che comprenderebbero almeno Luigi Vitali.

Sulla scrivania di Berlusconi lo schema al Senato dovrebbe essere: lo stesso ex premier capolista, seguito da Azzolini, Rocco Palese, Michele Saccomanno, Simonetta Licastro Scardino e Tarquinio. Più giù, in postazione di servizio il presidente dell’ANCI, Perrone.

Nella lista della Camera risulterebbero candidati, oltre al capolista Raffaele Fitto, Bruno, Leone, il giornalista del TG1 Francesco Giorgino (originario di Andria), la Savino e Sisto e in posizione border line Marti. Dopo di che, una casella bianca, che sembrerebbe destinata al PDL brindisino, forse all’ex vicesindaco del capoluogo messapico Mauro D’attis. Tutto può ancora cambiare. La battaglia di Fitto unita a quella del PDL tarantino che sta piantonando via dell’Umiltà con la minaccia di dimissioni di massa se non sarà garantita una rappresentanza vera al territorio jonico, potrebbero indurre Berlusconi ad un cambio di rotta e ad un ammorbidimento delle posizioni.

Dall’altro lato, nella lista Rivoluzione Civile di Ingroia le liste sono quasi pronte. Attendono solo la benedizione ufficiale e la consegna. In Puglia i dirigenti dei partiti che sono confluiti nella lista saranno candidati di servizio confinati nelle postazioni basse delle liste.

Molta società civile e poche facce del territorio.

Capolista alla Camera in tutta Italia sarà Antonio Ingroia, dopo di lui Antonio Di Leo, operaio di Pomigliano d’Arco, il tarantino d’adozione Angelo Bonelli terzo, il dipietrista paracadutato Ignazio Messina, la presidente nazionale di Libera Gabriella Stramaccioni . Per trovare nomi familiari bisogna scendere fino al dodicesimo posto per trovare il segretario dei Verdi Libardo e poco dopo Francesco D’Agata quota IDV leccese. Ancora più giù la brindisina Semeraro.

Al Senato capolista Nello di Nardo, paracadutato, Margherita Marzano lavoratrice barese di un’azienda in piena vertenza e Marina Suma la responsabile delle Donne IDV Puglia.

Pierfelice Zazzera sarà candidato in Veneto, Lombardia e Sicilia, spostamento necessario per raccogliere voti per superare la soglia di sbarramento del 4%.

Il PD, invece, è in piena campagna elettorale. Teresa Bellanova, uscente e ricandidata in posizione certa, ha presentato ufficialmente la sua candidatura, spiegando quali saranno le sue priorità. Al centro di tutto c’è il lavoro.

Per questo ha annunciato che il suo tour elettorale partirà dai luoghi simbolo che gravitano attorno a quello che oggi  da risorsa si è tramutato in problema. Partirà, quindi, dalle aziende al centro delle maggiori vertenze lavorative del Salento.

“Può essere che mi prenda qualche insulto, così come può essere che prenda qualche voto. Ma se prenderò qualche pacca sulla spalla – ha detto la Bellanova – rientrerò a casa soddisfatta, con la coscienza serena ed orgogliosa di aver svolto al meglio il mio lavoro”.

 

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