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Barricate nel casaranese: “Il punto nascita non si tocca”

CASARANO (LE) –  Eccola qui, la prossima partoriente del ‘Francesco Ferrari’: il suo bambino nascerà sabato prossimo. E potrebbe essere uno degli ultimi a nascere a Casarano. Perché la giunta regionale, il 27 dicembre, ha deciso la chiusura dei reparti di Ostetricia e Ginecologia di questo ospedale: il che significa che i casaranesi di nascita sono una razza in via d’estinzione.

Un fatto che dovrebbe causare una vera e propria sollevazione popolare, invece, forse per la pioggia o forse perché le forze politiche hanno paura di scottarsi le dita con questa materia incandescente, erano appena una cinquantina i cittadini presenti al sit-in che chiedeva la salvezza del punto nascita del ‘Ferrari’.

E per una singolare ironia territoriale, erano più i Sindaci del comprensorio che i Consiglieri comunali di Casarano.

L’elemento territoriale è decisivo in questa vicenda. Perché le decisioni della Regione Puglia lasciano sguarnita tutta la fascia jonica della provincia di Lecce, da Nardò a Leuca.

Come dire che un domani servirà magari un’ora sulle gimkane stradali del Salento per arrivare al primo ospedale utile e magari la mamma in attesa partorirà in automobile. Come sa bene questo padre: anch’egli letteralmente in attesa mentre la moglie è in sala parto.

Auguri a lui e al suo bambino: uno degli ultimi a nascere a Casarano, se le decisioni regionali dovessero essere confermate. Nonostante la modernità e l’organizzazione dei reparti, nonostante la professionalità di chi ci lavora.

Nonostante la filiera che esiste qui a Casarano, forse la più completa del Salento: Ostetricia e Ginecologia sullo stesso piano, unite da un corridoio interno lungo il quale si situa anche il nido. Pediatria e Chirurgia pediatrica nello stesso ospedale.

Ecco uno degli elementi di critica: la sanità salentina penalizzata rispetto a quella barese. Una critica che non viene solo da chi ne ha fatto un cavallo di battaglia, ma anche da esponenti locali di Centrosinistra, arrivati ora alla stessa conclusione.

Contro quelle decisioni si sta battendo nelle piazze il comitato pro ‘Ferrari’: espressione trasversale di diverse forze politiche cittadine.

C’è la strada della lotta tramite i comitati e c’è la strada del conflitto istituzionale, che il Comune di Casarano ha portato davanti al TAR di Lecce impugnando la prima delibera della Regione Puglia che decretava la chiusura del punto nascita di Casarano: un ricorso che in punta di diritto è superato dai fatti, dalla seconda delibera della Regione Puglia.

Ma in punta di fatto le questioni contestate sono ancora tutte lì, a cominciare dai soldi spesi per rimodernare i reparti destinati alla chiusura.

Perché in tutta questa storia, l’aspetto che grida vendetta proprio questo: la Regione Puglia, quindi tutti noi, prima ha speso centinaia di migliaia di euro per ammodernare i reparti di Ostetricia e Ginecologia del ‘Ferrari’. Poi la stessa Regione Puglia ha deciso che quei reparti andavano chiusi e l’ammodernamento si è fermato.

Solo una porta divide i corridoi: da una parte quello ammodernato e ristrutturato. Dall’altra quello in attesa di ammodernamento e ristrutturazione.

Non fatevi ingannare dall’aspetto: la parte essenziale dei lavori, dalle strutture agli impianti, sono stati effettuati e i soldi sono stati spesi.

Di fronte alla prospettiva di completare l’opera per poi chiuderla, la Direzione ha preferito fermare i lavori. Per non aggiungere al danno della chiusura, la beffa di averla pagata a prezzo carissimo.

 

 

 

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