CronacaEconomia

L’Ilva fa ricorso: “Ridateci l’acciaio”

TARANTO  –  E ora Ilva chiede la restituzione dell’acciaio sotto sequestro. Gli Avvocati del colosso siderurgico hanno presentato alla Procura di Taranto istanza di dissequestro dei semilavorati e dei prodotti finiti bloccati dalla Magistratura lo scorso novembre,si tratta di merce bloccata in fabbrica del valore di un miliardo di euro: oltre un milione 700.000 tonnellate di materiale, per capirci.

L’istanza è stata presentata a seguito alla pubblicazione della legge sull’Ilva sulla ‘Gazzetta Ufficiale’ avvenuta nelle scorse ore. Legge che consente oltre alla prosecuzione dell’attività produttiva del siderurgico di Taranto, anche la commercializzazione dei coils e delle lamiere, prodotti prima del 3 dicembre scorso, data dalla pubblicazione del decreto legge sull’Ilva, poi convertito dal Parlamento nella settimana prima di Natale. La pubblicazione sulla ‘Gazzetta’ della legge, approvata dal Parlamento nella settimana prima di Natale, era il passo che gli avvocati dell’azienda attendevano per presentare alla Procura l’istanza di dissequestro. Da valutare ora quale sarà la risposta dei PM che potrebbero decidere per il dissequestro oppure rinviare la questione all’esame del GIP Patrizia Todisco.

Da rilevare che un’istanza di dissequestro per gli impianti dell’area a caldo fu già presentata all’indomani della pubblicazione del decreto legge sulla ‘Gazzetta Ufficiale’ da parte degli Avvocati dell’azienda e in quell’occasione i PM confermarono il sequestro ma reimmisero l’Ilva nel possesso di altiforni e acciaierie per i quali sino a quel momento, non c’era facoltà d’uso.

Contro il decreto legge, nei giorni scorsi, la Procura ha sollevato alla Corte Costituzionale il conflitto di attribuzione – è stato depositato alla Cancelleria della Consulta l’ultimo giorno dell’anno – e analogo ricorso sarà molto probabilmente presentato adesso contro la legge di conversione.

La riacquisizione dei semilavorati e dei prodotti finiti è giudicata dall’Ilva essenziale per rimettere in marcia gli impianti dell’area a freddo di Taranto, quasi tutti fermi da fine novembre e con parte del personale inattivo ed alimentare gli altri stabilimenti del gruppo.

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